Danny
& The Champions of The World è il progetto musicale di Danny Wilson, chitarrista,
cantante ed autore di origini australiane, da svariati anni attivo nel panorama
musicale londinese. La band con questo Brilliant Light giunge al
settimo sforzo discografico e tira fuori forse il lavoro più maturo e completo,
l'album che traduce al meglio, con coerenza e con la giusta attitudine, il lungo
viaggio intrapreso nei territori sonori dell'America rurale. Se con il precedente
What Kind
of Love (2015) questi ragazzi inglesi erano riusciti ad ottenere buoni
riconoscimenti da pubblico e critica, sbaragliando nel 2016 la concorrenza agli
UK Americana Awards (premi per il gruppo, per l'album e per il brano Clear Water),
adesso è evidente che l'asticella si sia alzata.
Probabilmente l'obiettivo
è quello di avvicinarsi il più possibile agli "originali" ed entrare nel circuito
che conta anche se, in questa prospettiva, c'è da sfatare un'inevitabile diffidenza
di fondo, legata non solo ai dati contenuti sui passaporti ma anche a qualche
ibrida scelta stilistica. In ogni caso, da non porre certamente in discussione
è l'amore incondizionato di Danny e soci per il roots rock e per il classic soul
e l'elevato livello qualitativo delle canzoni contenute in Brilliant Light. L'iniziale
Waiting for the Right Time e la successiva
Bring me to My Knees sono due ottime ballad
in puro stile Jayhawks o Blue Rodeo. L'alternative country vira però rapidamente
verso atmosfere R'n'B, senza perdere quella leggera patina di polvere e quel persistente
odore di asfalto consunto. In sequenza It Hit Me, You'll Remember Me
e Swift Street, sanno affascinare con leggerezza e riportarci on the road
ad assaporare il gusto inebriante del viaggio. Non male neppure Consider
Me, brano dalla struttura southern ma con una decisa spruzzatina funky,
così come Waiting for the Wheels to Come Off, dal suono assai ricco e dall'andatura
seducente.
L'anima black dell'album in realtà è predominante e più ci
si inoltra tra le numerose tracce da cui è composto e più si viene investiti da
questi profumi soul, "sporcati" da persistenti accenti roots-country. Tra le sezioni
di fiati, i coretti, le doppie voci, le chitarre funky, ci imbattiamo spesso in
una slide o magari in un piano honky tonk (Everything
Ee Need), piuttosto che in un hammond, il tutto necessario a dare il
giusto colore ed a fornire un solido tappeto sonoro a delle canzoni che comunque
brillano per le efficaci linee melodiche in cui si muove con estrema perizia la
voce di Danny. Detto questo, c'è da evidenziare forse l'eccessiva durata del disco
(18 pezzi in tutto) che si traduce nell'impossibilità pratica di mantenere alta
l'attenzione fino alla fine e nella scarsa riuscita di qualche episodio, non proprio
fondamentale e magari neppure funzionale al lavoro.
Brilliant Light in
ogni caso è un album da non sottovalutare affatto, elaborato, sudato ed autentico
e Danny & the Champions of the World, anche se non a bordo della bluesmobile,
sono una band in missione per conto dei numi tutelari della musica americana,
destinata a girovagare nella terra di Albione per diffonderne il seducente verbo.