Chitarrista
molto conosciuto nell'area di Chicago, da tempo attivo sulla scena rock-blues,
Nick Moss è nato nel '69, ha fatto gavetta con Jimmy Dawkins e la Legendary
Blues Band suonando il basso, poi è passato alla chitarra su consiglio di Willie
Smith, ex batterista di Muddy Waters e leader del gruppo. Ha militato per tre
anni nella band di Jimmy Rogers, infine ha formato Nick Moss And the Flip Tops.
Ha esordito con First Offence nel '98, seguito da altri nove albums prima di questo
live, il terzo dopo i due volumi di Live At Chan's del 2006 e 2009. Plurinominato
ai Blues Music Awards, ha pubblicato sempre per la sua Blue Bella e con determinazione
e pazienza è diventato un artista molto richiesto anche in Europa.
Non
a caso Live And Luscious è stato registrato nella cittadina medioevale
di Eutin, nel nord della Germania, nel corso del 25° Baltic Blues Festival, il
14 maggio dell'anno scorso. La line-up del gruppo, nel frattempo ribattezzato
Nick Moss Band, comprende il valido cantante e chitarrista Michael Ledbetter che
si alterna con Nick alla voce e chitarra solista, il batterista Patrick Seals,
il tastierista Taylor Streiff e il bassista Nick Fane. Il suono del quintetto
è basato sul classico blues di Chicago con un pizzico di soul, funky e rhythm
and blues e una forte propensione all'improvvisazione nei lunghi brani, che non
mancano mai nei dischi di Moss. Live And Luscious ha la particolarità di comprendere
ben cinque tracce inedite su otto, successivamente incise in studio per il doppio
From The Root To The Fruit, pubblicato a maggio.
Si tratta dell'opener
Breakdown, roccioso rock blues cantato da
Moss, meno dotato vocalmente di Ledbetter, che si sviluppa in una jam con chitarre
e tastiere in primo piano, del funky-soul Catch Me I'm Falling, della strepitosa
Shade Tree, soul-blues con influenze psichedeliche
che si trasforma in un'energica jam degna dei migliori Allman Brothers con le
due chitarre sugli scudi, del blues veloce I Dig, uno dei brani più ordinari
del disco con una coda strumentale incisiva completata da un accenno a Hell's
Bells degli Ac/Dc e della conclusiva Stand By, blues oscuro interpretato
con intensità da Ledbetter, con le tastiere in primo piano prima dell'esplosivo
assolo di Moss.
La parte centrale del disco comprende gli altri tre brani:
il blues "Chicago style" Try To Treat You Right, la strepitosa The
End, cover di Jimmy Reed e fulcro del concerto, uno slow blues di tredici
minuti nel quale Moss esprime le sue migliori qualità di solista con rallentamenti
e accelerazioni ben calibrate e la ritmata Time Ain't Free, irrorata da
due brillanti assoli del leader. Ottimo disco di blues rock elettrico, eseguito
con grinta, carattere e passione.