:: Aynsley Dunbar - Long live British Blues
 

The Aynsley Dunbar Retaliation
The Aynsley Dunbar Retaliation
Doctor Dunbar's Prescription

To Mum From Aynsley And The Boys 1/2
Remains To Be Heard

[Blue Label/Audioglobe 2006]

Durante gli anni Sessanta, nel Regno Unito una serie di musicisti tentava di dare vita ad un movimento blues che prendesse le distanze da quello statunitense, radicato ormai da decenni nella cultura musicale (e non solo) d'oltreoceano. Uno dei precursori di quello che venne definito il British Blues - più elettrico e tagliente rispetto a quello del delta - fu senza dubbio John Mayall che, con i Bluesbrakers, portò alla luce un genere e molti musicisti dall'indiscusso talento. Dei Bluesbrakers si ricordano soprattutto i chitarristi che vi si avvicendarono, su tutti Eric Clapton, Pat Green, Jeff Back e Mick Taylor, che nel 1969 prese il posto di Brian Jones negli Stones e cedette poi il passo a Ronnie Wood (stranamente mai gravitato nell'orbita di John Mayall e dei Bluesbrakers). Nessuno rammenta però i batteristi che operarono nella corrente britannica, fra i quali Mick Fleetwood, fondatore poi dei celebri Fleetwood Mac, ed Aynsley Dunbar, classe 1946 di Liverpool, che col tempo si guadagnò la stima di prestigiosi colleghi e sperimentatori tutt'oggi rinomati. Come Fleetwood, anche Dunbar tentò la fortuna successivamente ai Bluesbrakers, con una formazione inequivocabilmente legata al proprio nome: gli Aynsley Dunbar Retaliation. Fra il 1968 ed il 1970 la band pubblicò una sequela di dischi ormai ben radicati nel blues britannico: per i primi due album, l'omonimo del 1968 e Doctor Durbar's Prescription dell'anno successivo, la formazione si presentò in quartetto, con il cantante Victor Vox (voce ovattata) impegnato anche alle tastiere. Nel successivo To Mum From Aynsley And The Boys (1969) fu destinato alle tastiere Tommy Eyre, tutt'oggi nel giro: ha suonato altresì con Joe Cocker, Keb' Mo', Gary Moore, R.L. Burnside e Tracy Chapman. In ogni loro disco emerge su tutte la chitarra elettrica di Jon Morshead: conosciuto da Dunbar ai tempi della militanza della band del pianista di New Orleans Champion Jack Cupree (correva il 1966): Jon se ne avvale impegnandosi in assoli continui (con le note tirate a mo' dì slow-hand) e in bending ben assestati ed ispirati. Il suono è aggressivo ed energico, cadenzato dalla batteria di Dunbar e dal basso di Alex Dmochowski. Dunbar mette in luce proprie doti di autentico bluesman, senza trascurare minuziose alterazioni jazz (vedi i sette - pedanti - minuti di Mutiny, dal disco del 1968) e lezi da progressive rock (Tuesday's Blues da Doctor Dunbar's Prescription - 1969). I quasi tre minuti di Devil Drives (sempre da Doctor Dunbar's Prescription - 1969) sono l'unico ed ottimo esempio di blues acustico: lo stile è particolarmente accademico (semplici accordi e turn-around evidenti), reso comunque paludoso e voodoo dai fruscii presenti in questa ruvida, ma affascinate rimasterizzazione. To Mum From Aynsley And The Boys vede la presenza di John Mayall alla produzione: l'album da lui coordinato è infatti il più articolato, con tastiere e batteria al centro della scena e con un suono spiccatamente progressivo. La formazione degli Aynsley Dunbar Retaliation rimase praticamente integra fino alle prime sessions di Remains To be Heard (altro album blues salvato dalla chitarra di Jon Morshead), durante la cui registrazione il founding-member Dunbar decise di lasciare il gruppo, cedendo sgabello e tamburi Keith Bailey: il disco vede infatti i due batteristi dividersi le tracce. Da allora, Dunbar iniziò un vagabondaggio sessionistico che lo vide prestare servigi a Frank Zappa, John Lennon, Lou Reed, David Bowie, Journey, Nils Lofgren e Whitesnake (per il solo disco d'esordio). Dunbar ebbe la forza di abbandonare la band da lui stesso fondata alle prime avvisaglie di quella che fu una parabola discendente, cominciata proprio col disco prodotto da Mayall; non si piegò insomma a quel compromesso fra psicheledelia, blues e jazz, che non si rivelò nulla di più di un concreto esperimento sonoro in attesa del progressive rock, in auge in Gran Bretagna a cavallo di quegli anni
Audioglobe cura la distribuzione Italiana dei quattro dischi, che vengono venduti in confezioni da due, cartonate (digi-packs) e con un libretto esplicativo. Le registrazioni sono riportate in uno stile "vintage", senza una pulizia troppo accurata del suono
(Carlo Lancini)

www.aynsleydunbar.com

 


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