Le
scheletriche ballate folk di Tom Joad, la produzione stratificata di The Rising,
le chitarre rock e i modi spicci di Lucky town: Devils & Dust è
allo stesso tempo vecchio e nuovo, un Bruce Springsteen che reiventa se
stesso senza cambiare pelle, che cerca nuove strade battendo quelle vecchie, tornando
all'essenza del folksinger (e basterebbe d'altronde osservarlo cantare e spiegare
le sue ragioni nel breve DVD allegato), ma investendo il tutto con tonalità
colori, sensazioni più sfumate del previsto. La produzione di Brendan
O'Brien farà ancora storcere il naso, eppure le va riconosciuto di
aver dato musicalità e aperto insolite soluzioni ad un suono che altrimenti
rischiava di ricalcare il concept di Tom Joad. E' un accostamento che viene naturale
quest'ultimo, perchè il corpo lirico di Devils & Dust fa leva sulla
spoglia poesia - marginale, spietata, e nonostante ciò romantica - di Reno,
Silver Palomino, Black Cowboys, The Hitter, Matamoros
Banks. Ma le ragioni del Bruce Springsteen di oggi non sono affidate ad una
progettualità così forte come quella del fantasma dei diseredati
di Steinbeck. Devils & Dust è un disco di chiaroscuri, fatto da una
parte di crude narrazioni e storie americane, dall'altra di temi universali, di
amore visto attraverso un abbraccio e una speranza. Si dischiudono allora gli
squarci elettrici di All the Way Home e Long Time Comin', che sembrano
virare il rock'n'roll di The Rising sui passi del country rock, con la steel di
Marty Rifkin e il violino di Soozie Tyrell a svolgere un ruolo centrale.
Polvere e America rurale dunque, accenti pastorali che riecheggiano nell'anima
gospel di Jesus Was an Only Son, uno dei vertici del disco, nel mandolino
di Maria's Bed, ruvida ballad in cui Springsteen azzarda persino un cambiamento
di voce, portandolo quindi alle estreme conseguenze nel falsetto di All I'm
Thinkin' About, un rock'n'roll sotto mentite spoglie acustiche. Altalenante
negli umori musicali, schietto nell'esposizione, a suo modo omogeneo - dopo ripetuti
ascolti - nel racchiudere le esigenze attuali di Springsteen come storyteller,
Devils & Dust non ha ragione di essere confrontato con nulla, perchè
resta comunque una delle cose più personali regalate dal nostro in carriera
(Fabio Cerbone) |