Terra sensibile da sempre alle lusinghe del rock
più alternativo e del rinascimento passato sotto il nome di alternative
country, la North Carolina, e Ashville in particolare, sono stati uno
dei centri nevralgici del linguaggio indie americano a partire dalla metà
degli anni Novanta, cominciando dagli eroi locali Archers of Loaf. Non
sorprende dunque che un giovane musicista come MJ Lenderman se
ne riappropri attraverso una personale chiave di lettura, dosando nostalgia
e ispirazione per quei suoni in un disco dal vivo che ne aplifica tutto
il fascino sonoro.
Album di chitarre e bassa fedeltà, di languori country mascherati, di
intrecci tra rumore e melodia che si rincorrono tra una nervosa elettrica
solista e una morbida pedal steel, Live and Loose! è la
testimonianza di due date del tour estivo del 2023 di Lenderman, rispettivamente
alla Lincoln Hall di Chicago e alla Lodge Room di Los Angeles, accompagnato
da una band di cinque elementi che vede i suoi punti di forza in Jon Samuels
(Friendship, 2nd Grade) alle chitarre e Xandy Chelmis alla pedal steel,
mentre la sezione ritmica è completata da Colin Miller alla batteria ed
Ethan Baechtold al basso. Alcuni di loro provengono, come lo stesso Lenderman,
dall’esperienza con i Wednesday, quintetto rivelazione guidato dalla voce
di Karly Hartzman (a un certo piunto compare anche lei, alle chitarre
e cori, in questo live) che quest’anno ha pubblicato l’interessante Rat
Saw God.
La musica di MJ Lenderman coglie in parte la stessa bruciante attitudine
indie rock, ne sia d’esempio l’apertura degna dei fragori elettrici alla
Dinosaur Jr di Hangover Games, ma
sembra declinarla secondo le regole di una canzone immersa nell’indolenza
di certo suono lo-fi uscito dalla provincia americana in lontane stagioni.
Tra la svogliata inclinazione dei Pavement e la malinconia country rock
di Jason Molina, Live and Loose! estende e reinventa i brani di
Lenderman tratti dai suoi tre dischi solisti (MJ Lenderman del
2019, Ghost of Your Guitar Solo del 2021 e il più recente e acclamato
Boat Songs del 2022), trasformandoli da un affare in gran parte
solitario e prodotto con mezzi di fortuna a un vero e proprio album improvvisato,
con libertà di scorrazzare tra stridenti riff di chitarra, voci zoppicanti
e carezze di pedal steel, alternando l’alternative country da manuale
di You Have Bought Yourself A Boat,
Under Control e Catholic Priest con le acide partiture indie
rock di SUV e You Are Every Girl To Me, mentre il barcollare
rock rurale di Live Jack e la sgroppata elettrica di Tastes
Just Like It Costs sono figlie illegittime della lunga storia
che collega Neil Young & Crazy Horse con i Magnolia Electric Co del citato
Molina.
Lenderman riesce nell’operazione senza apparire un mero imitatore, perché
si abbandona al flusso della band, li lascia vagare nella loro amorevole
imprecisione (sublimata dal finale alticcio di Long
Black Veil, cover della ben nota ballata già nel repertorio
di The Band e Johnny Cash) e trova gli spazi dove infilare le sue liriche
apparentemente bizzarre, da abulico osservatore del quotidiano, parlando
del famoso golfista John Daly che canta una cover di Knockin’ on a
Heaven’s Door (l’irresistibile mix di pigrizia e rabbia di Knockin’),
di griglie per il barbecue che arrugiscono all’aperto (Someone Get
The Grill Out Of The Rain) oppure di inaspettati incontri con star
del football del passato (Dan Marino).
Una scoperta a latere dei già apprezzabilissimi Wednesday e un piccolo
rifugio per chi va cercando ancora la indolente seduzione di certi suoni
da America rock di periferia.