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Bombino
Sahel
[Partisan records 2023]

Sulla rete: bombinomusic.com

File Under: tuareg ambassador


di Pie Cantoni (04/10/2023)

Forse che il Blues, dopo essere partito dall’Africa per arrivare in America, sia tornato a casa? Se il blues urbano, moderno e modaiolo che imperversa ormai in America e anche alle nostre latitudini lascia a desiderare per mancanza di innovazione e per pochezza di argomenti, al contrario in Africa gli argomenti non mancano. E sono gli stessi che affliggevano gli afroamericani che cantavano blues per le strade all’inizio del Novecento: povertà, emarginazione, violenza. E così succede che gente come i Tinariwen, i Tamikrest, Bombino, senza usare le solite dodici battute (pura semplificazione di genere, vi sfido a trovare una sola canzone in dodici battute di Charlie Patton o di John Hurt, ma non per questo non possiamo definirli artisti fondamentali del blues), ci ricorda che il genere si fonda in particolare sulle tematiche e sulle vicende che affliggono l’uomo e le popolazioni oppresse.

Omara Bombino Moctar è un artista nigerino, ormai famoso in tutto il mondo, che si è esibito a importanti festival come Bonnaroo, Coachella, Roskilde e Newport Folk Festival o in luoghi storici come la Carnegie Hall e l’Hollywood Bowl, che ha collaborato per suoi precedenti lavori con Dave Longstreth (Dirty Projectors) e Dan Auerbach (The Black Keys) oltre ad essere apprezzato da artisti del calibro di Keith Richards, Stevie Wonder, Robert Plant, Arcade Fire e molti altri. Sahel è il titolo del suo nuovo lavoro, che prende il nome dalla vasta area africana che si estende da est a ovest dall'Oceano Atlantico al Mar Rosso, e che rappresenta il cuore del suo paese nativo, il Niger, e della popolazione Touareg. Il disco è stato prodotto con David Wrench (David Byrne, Frank Ocean, Caribou, Goldfrapp, The xx, Sampha) a Casablanca, dove Bombino si è trasferito con i suoi musicisti. I temi sono molto cari a Bombino, e si passa dalle divisioni tra il popolo tuareg, ai rischi dell'esilio (tema purtroppo condiviso dai tanti musicisti africani), alla perdita della cultura touareg.

L’apertura è affidata a Tazidert, brano sincopato e ritmato sul tema della pazienza, seguito da Aitma che, partendo dalla chitarra di Bombino, vuole trasmettere unità al popolo Touareg sparpagliato nei paesi che compongono il Sahel (Libia, Algeria, Mauritania, Mali, Burkina Faso) ma che non hanno rappresentanza nei governi, mentre in Niger la situazione è leggermente diversa. Ci sono anche brani come Si Chilan (Two Days) e Nik Sant Awanha (My Brothers I Know our Situation) che sono state scritte negli anni ‘80 e ‘90, ma che finora non erano riuscite a trovare posto nei dischi dell’artista nigerino. La chiusura è affidata ad una ballata acustica, Mes Amis, che ha il potere della musica del West Africa di incantare e ipnotizzare.

Tantissime le recensioni e gli elogi all’artista, fino alla rivista Noisey che lo ha dichiarato miglior chitarrista del mondo. Non sappiamo dire se Bombino sia veramente il miglior chitarrista al mondo, quasi certamente no, ma, come diceva Baricco in Novecento, “non sei veramente fottuto finché hai qualcosa da dire e qualcuno a cui raccontarlo”. E Bombino di cose da dire ne ha sicuramente tante.


    


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