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Hurray for the Riff Raff
Life on Earth
[Nonesuch 2022]

Sulla rete: hurrayfortheriffraff.com

File Under: big sound


di Fabio Cerbone (25/02/2022)

Com’è vivere su questa Terra nel 2022? Per niente facile, ammettiamolo, anzi, è un gran casino. Manuale di sopravvivenza (e di protesta), e al tempo stesso mappa umana delle difficoltà che tutti stiamo attarversando, il nuovo album degli Hurray for the Riff Raff, progetto artistico che nasconde da sempre le canzoni di Alynda Segarra, voce e anima artistica della band, rifonda da zero la storia del gruppo. Talmente radicale la svolta, che Life on Earth potrebbe essere considerato un esordio, certamente il parto musicale di un’altra band, qui al lavoro con il produttore Brad Cook.

La progressiva ambizione sonora degli Hurray for the Riff Raff era già emersa con il sorprendente The Navigator, una delle uscite migliori del 2017, album che ampliava lo spettro delle influenze folk e roots di partenza per scendere definitivamente a patti con le origini portoricane della Segarra. Nasceva così un meticciato rock e latino che affascinava per il suo melting pot di umori musicali, passando da New York a New Orleans, le città che hanno visto crescere il gesto artistico di Alynda. Life on Earth è un salto nel vuoto, un cordone ombelicale reciso con le radici del passato, in tutti i sensi: via i sapori più tradizionalisti, via Bob Dylan e Neil Young, via la Louisiana e anche il rock urbano incontrato nelle strade di Brooklyn, oggi il nucleo è nel modernariato anni 80 delle pulsioni di Wolves, sintetizzatori, big sound e la voce della Segarra che descrive la forza e il dolore di stare a questo mondo.

Il disco prosegue con fotografie ecologiste, piglio contestatore, empatia da reazione alla crisi pandemica e rivendicazioni di identità contro gli abusi sessuali che confermano la potenza del personaggio Alynda Segarra, compresa la sua voce e il suo particolare modo di interpretare le canzoni, ma scegliendo una colonna sonora che abbonda di una fastidiosa grandeur negli arrrangiamenti (Pierced Arrows, l’indie rock un po’ generico messo a bagno nel mainstream di Pointed at the Sun e Saga). Piacerà (sta già piacendo) molto alla stampa internazionale questo Life on Earth: è al passo coi tempi, è alla moda, ripesca e attualizza la sbornia 80s che è sulla cresta dell’onda, salvo ricordarsi qualche volta di rimettere la testa nella stanza del linguaggio folk (Rhododendron) senza l’effetto sorpresa però, per lo più trasformando il suo gesto musicale in episodi introspettivi e drammatici (la stessa Life on Earth, che resta comunque uno dei passaggi iù commoventi), e anche parecchio evanenscenti (Jupiter’s Dance, Nightqueen, Rosemary’s Tears, una Precious Cargo che vira verso influssi reggaeton e hip hop).

Le parole reggono, ma l’album si sfalda: l’impressione è che la strada imboccata dal precedente The Navigator fosse quella giusta e che il passo successivo sarebbe stato affinare l’arte di quelle intuizioni; Hurray for the Riff Raff hanno invece scelto un colpo di teatro avventuroso che lascerà di stucco molti, ma sembra avere snaturato del tutto la loro storia.


    


<Credits>