File Under:
americana,
roots rock di
Fabio Cerbone (21/03/2012)
There
I Said It!, nonostante tutte le buone intenzioni, aveva lasciato al palo la carriera
di Tommy Womack, da sempre simpatico e irriverente rocker dell'altra Nashville,
quella che non finisce in classifica. Anche il progetto a quattro mani con Will
Kimbrough, denominato Daddy,
seppure spinto da una iniziale verve, è apparso nel tempo più un'occasione sprecata
che non un vero e proprio connubio di talenti. Il fatto poi che Womack si sia
distinto fra la critica e i circuiti alternativi della stessa Nashville, portando
a casa un 'Best Song' nel 2007 dalla stampa specializzata locale, non diminuisce
certamente i dubbi su una penna sarcastica e un'anima rock'n'roll tutto sommato
un po' spuntata. Now What!, a cui non manca l'ironia tipica del
personaggio, è un lavoro che non risolve il problema, grigio come la foto (infelice,
diciamolo) sulla copertina, pieno di bislacche filastrocche fra country rock,
swamp music e folk blues fracassone, ma in sostanza accodato a quella crisi di
mezza età che sembra avere colpito di recente anche l'amico Todd Snider.
Un
album incentrato sui ricordi, la famiglia, l'amore, ma anche un consuntivo sulla
dura vita on the road e i fantasmi personali che hanno inseguito lo stesso Womack,
da una On & Off the Wagon sfilacciata sui
toni di un country ubriaco (ci sono anche trombone e tuba di Bill Huber) allo
strano talkin' (solo voce e batteria) di 90 Miles an
Hour Down a Dead End Street. Spassosi a dir poco i siparietti che descrive
Womack: la sua "carriera" di loser lungo luoghi sperduti d'America, la dipendenza
pericolosa dall'alcol (bottiglie di Chianti a fare da compagnia sul furgone...)
e una vita personale da ricostruire. Fin qui l'acume del songwriter, poi arriva
il dato musicale e Now What! resta una piacevole fotocopia di quanto ha offerto
con più freschezza in passato (partite da Positively Na Na, magari nell'usato).
C'è il rock'n'roll danzante di Play That Cheap Trick,
Cheap Trick Play, ispirata - dice Tommy - dall'ascolto della omonima
band americana mentra faceva le pulizie in cucina; c'è la classica ballata per
chitarre e armonica di It Doesn't Have to Be That Good
e la sua variante un po' pigra e virata al country texano in I'm
Too Old to feel that Way Right Now; c'è anche un blues swingato e fitty
oriented con il sax di Jim Hoke a spingere sull'acceleratore (Guilty
Snake Blues) e uno swamp in piena regola (I
Love You to Pieces).
C'è insomma un'idea di american music
semplice e onesta, a cominciare dal duetto acustico con Lisa Oliver Gray in Wishes
Do Come True, che non fa mai male e lascia intuire una volta di più la passione
e i sacrifici che un musicista come Womack deve affrontare per sopravvivere (molte
le canzoni scritte per i colleghi, attività che lo ha aiutato a restare in piedi).
Sul fatto però che Now What! possa rappresentare una tappa indispensabile dell'Americana
nel 2012 ce ne passa.