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Daddy
For a Second Time
[Cedar
Creek Music 2009]
Le prima avvisaglie nel 2005 con At the Women's Club, un live a tiratura
limitata catturato in un minuscolo club del Kentucky, oggi un vero e prorpio
disco di studio sancisce il ritorno di fiamma artistica fra Will Kimbrough
e Tommy Womack, in arte Daddy. I due compari si erano
scontrati per un breve periodo nei B-squits, meteora del roots rock nella
nuova Nashville dei primi anni Novanta. Due talenti così in una sola rock'n'roll
band stavano stretti ed ognuno aveva immediatamente fatto i bagagli cercando
la fortuna solista. A qualcuno è adata meglio (Kimbrough ha girato l'America
al fianco di Todd Snider e Rodney Crowell, fra i tanti, prestando la sua
mirabile chitarra per un centinaio di songwriter), altri hanno adovuto
arrangiarsi (Womack, talento mai troppo lodato, con qualche uscita indipendente
e canzoni scritte per conto terzi), ma alla fine tutti sono tornati all'ovile.
Una riunione che non ha il sapore dell'amarcord, quanto piuttosto di un
diversivo per sfogare una buona fetta del songwriting di ciascuno dei
protagonisti.
Con la coppia Womack-Kimborugh ci sono il basso di Dave Jacques, la batteria
di Paul Griffith e le tastiere di John Deaderick, turnisti preparati che
ruotano intorno a quella Nashville dall'aroma Americana e indipendente.
L'effetto dunque è quello di rock'n'roll speziato dagli umori del Sud,
diviso fra la sensibilità di folksinger trasandato di Tommy Womack e i
ricami d'autore di Will Kimbrough, dividendosi parole e canzoni attraverso
un piacevole viaggio sulle route secondarie del rock delle radici. Piacciono
le intenzioni, il gioco di squadra dei musicisti e in parte anche i risultati,
seppure la bruciante partenza dettata dalle vibrazioni gospel di Nobody
From Nowhere (percussioni e organo da deep south) e
The Ballad of Martin Luther King
(una dedica a mr. Obama nemmeno tanto velata tra le righe?), dalle stilettate
dell'armonica nella primitiva Early to Bed, early
to Rise e dallo swamp denso di Love
in a Bottle lasciavano presagire fuochi d'artificio che invece
vanno lentamente scemando strada facendo.
Non è un bluff quello dei Daddy, forse necessita solamente di un aggiustamenteo
di rotta o meglio ancora del coraggio di entrambi i suoi animatori nel
mettere a disposizione il materiale più fresco del loro carniere. Così
ad una Wash & Fold
che si sporca nel fango del Mississippi e resuscita lo spirito di Lowell
George (e dei Little Feat, ovvio) corrisponde un verboso talkin' di impronta
dylaniana (I Went to Heaven in a Dream Last Night)
che conquista nei versi ma si sfilaccia nell'esecuzione. Il vizio di Womack
si ripete nel finale con Hardshell Case
e Kimbrough non aiuta certamente il suo complice con Redemption
is the Mother's Only Son: occorre il soccorso dell'amico comune
Todd Snider, con un cameo nell'ironica I
Want to Be Clean (ogni riferimento personale è voluto), per
dare una spinta ad un disco, For a Second Time, pieno di
buone promesse non ancora del tutto realizzate.
(Fabio Cerbone)
www.reverbnation.com/daddytheband
www.cdbaby.com
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