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old time, gothic rock'n'roll di
Emilio Mera (04/07/2012)
Con
tutti i nuovi generi musicali spesso inventati dai media per creare qualcosa di
"nuovo", si ha la sensazione che il pozzo della tradizione della musica roots
sia rimasto a secco. A volte però artisti come Morgan O'Kane ti ricordano
che la tradizione della musica americana è ancora viva e vegeta e continua ad
influenzare centinaia di band e songwriter. "Fast & Furious" Morgan è nato e cresciuto
a Charlottesville in Virgina (nel pieno degli "appalachians") la regione forse
meglio conosciuta in tutti gli States per le old time ballads, per il bluegrass
e per tutta la musica suonata con il banjo (si dice che in Virginia tutte le famiglie
ne posseggano almeno uno). Virtuoso del banjo e attivista per i diritti dei minatori
del suo stato, Morgan O'Kane è un vero busker (suoantore di strada che vive grazie
ai dollari lasciati dal pubblico) come lo era Reverend Gary Davis, che si è fatto
le ossa suonando per le strade e piazze di New York (dove si è da qualche anno
stabilito) come un banjo player indiavolato, posseduto dal blues cantando mountain
ballads con la stessa intensità di un'altra leggenda del banjo old style, Roscoe
Holcombe.
Pendulum è il suo secondo album dopo Nine
Lives, che ci presentava Mr. O'Kane in veste solitaria armato del suo
banjo, del suo tamburello e dalla sua voce incatramata. Il combo che lo accompagna
in questa seconda avventura comprende Ferd Moyse al fiddle, proveniente dai mitici
Hackensaw Boys, Ezekiel Healy al dobro (sono il cuore del gruppo e a vederli dal
vivo sembrano un impersonificazione di George Clooney, John Turturro e Tim Blake
in "Fratello dove sei?") cui si aggiunge per l'occasione Leyla Mc Calla (appena
entrata a fare parte dei Carolina Chocolate Drops) al cello. Sono presenti anche
strumenti strani come valigie, cucchiai (Liam Crill) e il flugehorn (una sorta
di tromba) oltre all'inossidabile banjo. Pendulum contiene 14 canzoni nude e crude
capaci di farci immergere nella vera mountain music appalachiana, dall'hell raising
foot stomper di Rain Rain alla delicata ballad
Railroad Blues.
Ci si muove tra blues
ancestrali dal sapore sacro come Hello Soul,
Remeber Me e Hold
Your Fire e porch song strumentali come Penn Avenue. Con
It Won't Be Long sembra di rivivere il mito dei 16Th Horsepower mentre
con Turkish Canal sembra di entrare in un
harem orientale con Ravi Shankar ad accompagnare Morgan al dobro. La sua voce,
spesso urlata, mantiene quell'accento southern e quell'emotività tipica dei vecchi
brani di blues rurale. L'unica nota forse negativa è l'eccesivo uso del tamburino,
anche se ciò risale alla sua attività come suonatore di strada nella grande mela.
L'approccio rimane quello di suonare delle porch song agli amici o ai familiari,
in un ambiente raccolto ed intimo come accade negli stomper Hello
and Go, nella title track o in Go Diving,
cantata per l'occasione da Leyla e capace di lasciarci sfuggire qualche lacrima.
La malinconica e triste Deep Mine ci ricorda della sofferenza dei minatori
della Virginia mentre la finale Gold è una
veloce old time ballad dalle tinte gotiche. Insieme con Charlie Parr, Wovenhand,
Malcolm Holcombe e al compianto Jack Rose, Morgan O'Kane si conferma essere un
altro picker capace di farci rivivere la forza e l'intensità dell'old time music,
del blues rurale, dell'appalachian folk e delle mountain song. A volte piace chiamarlo
gothic rock'n roll, tanto per accontentare i media!