Seguo con particolare attenzione, ormai da diversi
anni, la carriera di Lynne Hanson, avendo già recensito per la
nostra rivista i suoi ultimi cinque album. Ciò che ho progressivamente
osservato è la costante crescita del livello del suo songwriting, sempre
diretto e privo di filtri emotivi. Se certamente è comune a molti cantautori
il saper mettere in gioco nelle canzoni la propria personalità, tuttavia
con questa artista di Ottawa tale principio diventa praticamente la regola
e, soprattutto, si estende anche a quelle debolezze e fragilità che non
tutti hanno sempre il coraggio di “mostrare”. Il nuovo album Ice
Cream In November esce a due anni di distanza dall’emozionante
Just
Words ed è il frutto di un biennio di grandi difficoltà dovute
alla pandemia, cominciata proprio all’inizio del suo ultimo tour europeo.
Privata, come molti colleghi, della possibilità di cantare in pubblico
per tanto tempo, la Hanson si è ritrovata come una tigre in gabbia a dover
gestire alternativamente momenti di sconforto ad altri che la proiettavano
verso la fine di questo lungo tunnel collettivo. Era quindi pressoché
inevitabile che tutto questo saliscendi umorale finisse per trovare spazio
nelle dodici nuove canzoni. Nella splendida title track, ballata dall’intimità
disarmante, il tema della solitudine viene affrontato poeticamente, col
ricorso a varie allegorie, ma non per questo il retrogusto risulta in
fin dei conti meno dolceamaro. In Orion's Belt
si può notare qualche nuovo accorgimento per quanto riguarda gli arrangiamenti,
visto l’uso degli archi che la trasformano in una sorta di torch song
moderna, capace di lasciare il segno al primo ascolto. Dominoes
è un altro brano certamente riuscito e il cui stile, che rimanda con la
mente ai confini col Messico, rappresenta la costante ricerca di evolvere
il proprio sound. Con il blues di Birds Without A Feather invece
resta più nella sua usuale comfort zone, a parte forse l’inedita e tagliente
armonica di Steve Marriner capace di regalare al brano un ulteriore “strato
di sporco” di cui è sempre andata piuttosto fiera. In On A Wing
è il pezzo dal mood più allegro di tutto il disco ed è verosimilmente
il brano più pop mai inciso da Lynne fino ad ora.
Osare di percorrere nuovi sentieri è sempre un rischio per chiunque, ma
qui l’esperimento mi sembra del tutto riuscito. Bisognerà capire se si
tratta solo di un episodio di passaggio, o potrà marcare una svolta più
duratura proiettata anche verso i prossimi album. One Of Those Days
è ironica e riesce a mettere di buon umore nonostante la protagonista
della canzone descriva una delle più classiche giornate storte che inizia
con un toast bruciato, prosegue con un licenziamento per telefono e finisce
con la foto del fidanzato che la tradisce con un’altra. Ice Cream In
November, tirando le somme, ci regala da una parte la Lynne Hanson
che conoscevamo e dall’altra ci lascia intravedere quella che verrà. In
ogni caso resterà sempre alta la curiosità verso il suo lavoro, mai avaro
di ottima qualità.