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Jason Eady
To the Passage of Time
[Jason Eady 2021]

Sulla rete: jasoneady.com

File Under: texan troubadours

di Fabio Cerbone (03/09/2021)

Il ritorno di una delle migliori voci dell’ultima generazione di troubadour texani, Jason Eady, passa attraverso un album di ballate che indagano lo scorrere del tempo, la fragilità della vita, l’età della maturazione come uomo e come artista, il senso dell’amicizia e la sua perdita. Songwriter di Forth Worth, con una carriera ormai consolidata, anche se mai affermatasi definitivamente a livello nazionale (in Texas resta un punto fermo della scena di Austin, con il rispetto ottenuto da numerosi colleghi), Eady è uno che pubblica quando ha davvero qualcosa da dire. Accade anche in questo To the Passage of Time, dieci tracce che sono una lezione di country d’autore con i santini di Guy Clark, Willie Nelson e Townes Van Zandt nel cuore, e anche qualcosa dello Steve Earle più acustico, ci sentiamo di aggiungere. Un disco di grande respiro elettro-acustico, prodotto con l’amico Gordy Quist (Band of Heathens) e la participazione di pochi fidati musicisti (Noah Jeffries al mandolino e fiddle e Geoff Queen al dobro, pedal e lap steel, per citare quelli che si fanno notare di più), a tessere una trama asciutta, canzoni che esaltano la fattura artigianale delle melodie e la profondità della parte lirica.

D’altronde, che di tratti di una raccolta intensa, nata come tante in questo periodo di forzato ritiro artistico dovuto alla pandemia, lo si comprende dall’ascolto di Nothing on You, dove la voce di Eady è esaltata dalle parche note di un violonello e della steel guitar. Non serve altro per entrare nella magia di questo country folk, che procede con un’anima acustica e rootsy in These Things e trova lo primo scatto elettrico con Back to Normal, accettazione del cambiamento che porta con sé la vita nei momenti più difficili, a cominciare da quanto vissuto dall’artista e da tutti noi in questi ultimi due anni. Il suono si fa più ruspante e vicino al cuore del country rock di scuola texana mentre il fiddle di Possibilities torna alla terra e agli orizzonti vasti del South West. Una delle ballate chiave di To the Passage of Time è senza dubbio la lunga narrazione di French Summer Sun, una sorta di talkin’ acustico che si apre alla melodia nel dolce ritornello, ispirato dalla storia di famiglia del nonno di Eady, militare sbarcato in Europa durante la Seconda Guerra Mondiale e protagonista in prima persona della battaglia di Anzio.

La voce di Eady rappresenta la quintessenza di questo stile e la band lo segue senza prendersi spazi non dovuti: tutto è al servizio della canzone, della storia e di una musica che ha il gusto coriaceo delle migliori composizioni di Clark, Ely e degli altri eroi conterranei di Jason. Piace estrarre dal mazzo il dobro che accompagna per mano The Luxuruy of Dreaming, un piccolo gioiello che ci ricorda come Eady avesse già dal notevole Daylight/Dark del 2014 o dall’omonimo album del 2017 tutte le carte in regola per ricevere il testimone dai maestri citati. Al piatto possiamo aggiungere la rustica Saturday Night, evocazione della gavetta fatta a inizio carriera nei locali texani insieme all’amico Cody Jinks, qui in una resa country blues leggermente elettrificata, o ancora l’intenso slancio finale con l’accoppiata rappresentata da My Best Friend (Steve Earle come stella polare) e To the Passage of Time, dittico che conferma gli aspetti più confessionali di questo ottimo album. Il Texas musicale non delude mai.


    


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