Nato in Emilia Romagna, regione che con Lombardia, Toscana e con la scena romana
rappresenta da anni il fulcro della musica rock cantautorale (e non solo) italiana,
John Strada dagli anni '90 ad oggi ha maturato numerose esperienze, viaggiando
tra l'Italia, New York e Londra. Viaggi che lo hanno visto esibirsi proprio in
queste ultime grandi metropoli, sui palcoscenici del Greenwich Village, del Rock
'n Roll Cafè di Bleeker Street e di numerosi club londinesi. Durante questo
periodo itinerante si dedica alla scrittura traendo ispirazione dal suo idolo
Bruce "The Boss" Springsteen. Pubblica sette album e quello che oggi andiamo a
recensire, intitolato Mongrel, è il suo primo disco realizzato in
lingua inglese, pubblicato lo scorso mese di novembre, e in parte prosecuzione
delle intenzioni di Meticcio, un suo precedente lavoro del 2014.
Mongrel
presenta quindici brani (comprese tre bonus track) che abbracciano i linguaggi
del rock, del folk e del blues, nei quali John Strada è supportato da una band
tutta italiana: si tratta dei The Wild Innocents formati da Dave Pola alla
chitarra elettrica; Alex Cuocci alla batteria; Daniele "Hammond" De Rosa alle
tastiere e da Fabio Monaco al basso. Nella tracklist John Strada duetta in alcuni
brani con altri artisti che hanno calcato i palcoscenici italiani. In particolar
modo ritroviamo nomi familiari come quello di Jono Manson, statunitense che già
aveva collaborato in passato con Massimo Bubola e Andrea Parodi (Barnetti bros)
e con i Gang. Qui lo sentiamo duettare con John Strada nel brano di apertura intitolato
Headin' Home. Altri ospiti sono poi James
Maddock (ex frontman dei Wood) che ritroviamo in Promise, brano lento
e malinconico; Michael McDermott (The Westies) che duetta in I'm
Laughing e infine Bocephus King, canadese di Vancouver e rivelazione
del Premio Tenco nel 2015, con il quale John Strada si esibisce in
Johnny & Jane.
Molto piacevole, anche per le tematiche affrontate,
è inoltre Christmas In Maghreb, canzone che cade a pennello con il periodo
natalizio appena trascorso. Accordi semplici e lineari accompagnano testi che
parlano di vita vissuta. La voce di John Strada è calda e graffiante. L'intero
album non ha nulla da invidiare ad altri prodotti del suo stesso genere e fa piacere
sapere che a realizzarlo sia un nostro connazionale. Forse la pronuncia non sarà
sempre perfetta (ma trovatemi un musicista italiano che abbia una pronuncia inglese
perfetta). Potrebbe essere l'unico "limite", come lo è stato per molti artisti
nostrani che si sono affacciati sulla scena internazionale, ma mettendo Mongrel
a confronto con la versione italiana di John Strada in Meticcio, il suono che
offre la lingua inglese a questo tipo di genere musicale è un assoluto elemento
di distinzione.