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inserito
29/08/2005
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Antonio Righetti, in arte "Rigo",
dai fasti dei Rocking Chairs all'attuale line-up di Ligabue, si prodiga
per questa realizzazione sonora, negli intenti di un reading musicale
tra Kerouac e Tom Waits, con tutto lo spirito più che mai consono a questi
nuovi progetti della Room Service. La filosofia, quella di creare
dei mini album dal prezzo contenuto, ma con buone prospettive artistiche
che, nella ricerca di un suono caldo e un'elettronica discreta, approdino
a lavori essenziali nel loro concetto musicale. A tanto inneggiano queste
Canzoni Da Una Stanza, che il noto bassista espone al di là dei propositi
iniziali, nella formula di un rock che suona soft e quanto mai attuale,
non fosse altro che per la sola elettronica di fondo, cui si aggiungono
degli arrangiamenti ben equilibrati - merito tra l'altro della ritmica
del compagno Robby Pellati alle drums&percussion, indi Marco
"Skeggia" Montanari alle chitarre e Paolo Gep Cucco di Mau
Mau, Africa Unite, Mao e Manu Chao, per l'immancabile "gruveria varia"
-. Caratteristica, quest'ultima, che sembra esserne la peculiarità, delle
sonorità in questione come delle atmosfere che la direzione artistica
delle produzioni - peraltro sempre nelle mani dello stesso Gep - intende
concretizzare. Il risultato, quantomeno in Songs From A Room, va
a creare un'unione di intenti e ispirazione, che vuole esulare dai "generi"
ma ne rimane suo malgrado ingabbiata nel più recente già sentito. Ciò
nonostante, Rigo sfoggia una gran bella voce corposa e densa di soul,
gli arrangiamenti positivi e la grazia espositiva delle tematiche affrontate
a farne una discreta rielaborazione personale dell'attualità sonora tra
gli U2 e un certo rock americano. Così Walking Down The Green River,
bella apertura, a seguire l'interessante Open Letter To Ti Jean
omaggiante l'autore di quell'On The Road da cui tutta la grande rock-culture.
Opinabile la rilettura distorta del classico di Otis Redding (Sittin'On)
The Dock Of The Bay, anche se una più che mai canonica cover non sarebbe
stata nella medesima vena artistica dell'album. Che, per dirla con il
Righetti, come la musica "…è mistero, non si può sapere da dove viene
e, soprattutto, dove va a finire". |