La prima cosa bella e notevole di A Sudden
Nowhere, per chi non la conoscesse, è la voce di Phill Reynolds,
alias Silva Cantele, musicista indipendente veneto con diversi gruppi
alle spalle (Miss Chain and The Broken Sheels e Radio Riot Right Now)
e una carriera solistica di quasi dieci anni che l’ha portato in concerto
dall’Italia agli USA, facendogli ottenere una buona fama oltreoceano.
L’iniziale Is It Painful (con Marion
Moroder) è l’incarnazione (anche se astratta) musicale di un dolore
profondo, nato per le complicazioni di un rapporto; lo strumento più
adatto per percepire la fatica e la sofferenza è la bassa voce del cantautore.
Ma non c’è solo questo: i pezzi si costruiscono musicalmente di volta
in volta andando oltre un folk cantautoriale tradizionale. Tornando
sempre alla prima traccia citata, nonché primo singolo (e video), l’armonica
a bocca è il ponte che collega le prime dense strofe voce-chitarra di
Reynolds ad una polifonia vocale luminosa e delicata, non come una guarigione
piuttosto come una consolazione.
E’ solo un esempio tra i tanti, si potrebbero anche aggiungere il brillante
sassofono di Time Is Now, i tre diversi brani strumentali, due
in acustico (Nostra Cresia De S’Arena e To Agota) e uno
d’atmosfera, semi-bucolico, (Spring on Second Fret), l’elettrica
di You’ll be Fine, e così in avanti, perché le cose ben riuscite
in questo album sono parecchie. Nel comunicato stampa in allegato al
disco, Reynolds viene consigliato a chi apprezza altri artisti dalla
stessa profonda tonalità vocalica, come Tom Waits e Nick Cave. La finale
cover di Leonard Cohen, dove in realtà è Francesca Amati (Comaneci)
a tenere la scena, sembra essere una scelta significativa in questo
ambito di riferimenti: ma la musica di A Sudden Nowhere, per
quanto, come confermato dallo stesso cantautore, non possa non risentire
implicitamente della pandemia, a partire subito dal titolo, è più chiaroscurale,
densa di sfumature.
I modelli consigliati non sono fuori luogo, eppure credo sia meglio
dare spazio all’unicità del musicista veneto, o almeno alla sua bravura.
Dal punto di vista teorico può essere discutibile, ma credo di poter
affermare che Phill Reynolds propone nel suo nuovo lavoro un cantautorato
moderno, contemporaneo per musiche e tematiche affrontate (Officer,
per esempio, con il suo basso melodico, riguarda l’omicidio di George
Floyd avvenuto lo scorso maggio), aperto ad altri generi ed influenze
e per questo brillante, mai scontato. A Sudden Nowhere è già,
a mio parere, uno dei migliori dischi di questo neonato anno 2021.