Il mio regno per una melodia pop e… una chitarra
elettrica! Trio milanese dal respiro internazionale, protagonista in
diversi festival tematici dalla Spagna all’Inghilterra fino al Giappone,
che ha saputo imporsi con la qualità della sua scrittura in lingua inglese
e convincere persino i grandi maestri del genere (un paio di 45 giri
condivisi con Paul Collins e i Rubinoos), i Radio Days tagliano
il traguardo del quarto album (con abbondante corollario di ep e singoli)
entrando in una fase matura ed equilibrata del loro stile. Li avevamo
incrociati una decina di anni fa, grazie al frizzante e immediato power
pop di C’est la Vie, li ritroviamo oggi compatti e perdutamente
innamorati di quella irresistibile alchimia fatta di rock’n’roll e melodie
killer, la stessa che attraversa l’intero Rave On! renza
colpo ferire.
Dritti al bersaglio, con una cura non indifferente delle armonie vocali
e dell’impasto musicale, elettrico e aggressivo, i Radio Days alternano
nello stesso brano carezze e scudisciate, secondo la migliore formula
di quel pop chitarristico che dai maestri Big Star (con gentile concessione
di arie beatlesiane e lontani echi di British invasion alla Kinks) passa
attraverso il culto del citato Paul Collins dei suoi Beat per arrivare
all’ultimo aggiornamento degli anni Novanta, con Weezer e Fountains
of Wayne che si affacciano nei passaggi più agguerriti di Rave On!
Il titolo è un palese omaggio a Buddy Holly, in fondo precursore di
tutta una linea di pensiero applicata al rock’n’roll, ma le composizioni
sono soltanto il frutto delle capacità di Dario Persi (voce e chitarre),
Mattia Baretta (basso e voci) e Paco Orsi (batteria), in grado di mantenersi
in equilibrio tra muscoli rock e lusinghe pop fin dall’annuncio del
singolo apripista I Got Love, passando
poi attraverso la più nervosa e scalciante Lose Control.
L’aria si fa spumeggiante in Walk Alone,
sobbalzando sul jingle jangle inconfondibile delle chitarre, in attesa
che Running Around faccia entrare una brezza da Mersey Beat inglese
e Till the End of the Night tiri in ballo una melodia spensierata
che piacerebbe tanto a Nick Lowe. What Is
Life? chiama a raccolta qualche voce amica (Paul Collins,
sempre lui, Kurt Baker, The Yum Yums e The Psychotic Youth) per sostenere
un perfetto esempio di come i Radio Days sappiano maneggiare la materia.
Senza scadere nel puro gesto imitativo, attenzione, perché se è vero
che qui tutto suona in ossequio a una tradizione, seguendo un filo rosso
lungo cinquant’anni, è altrettanto innegabile che Rave On! sappia
mantenersi fresco e credibile, rapido anche nella sua durata.
Dieci episodi e una mezz’ora di musica che non cedono il passo, qualcuno
più vivace e pronto a dispiegarsi sulle ali del rock’n’roll (No One
to Blame), qualcun altro compiaciuto nella sua trama melodica che
si contamina anche di zuccherosa psichedelia sixties (Between the
Lines).