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Fabrizio
Poggi & Chicken Mambo
Mercy
[Ultrasound 2008]
Se volessimo cercare degli aspetti positivi della globalizzazione, potremmo
annoverare tra questi il fatto che Fabrizio Poggi ha incontrato
Garth Hudson, direttamente. Chissà se quegli neppure l'avesse mai immaginato,
quando tanti anni fa vide per la prima volta al cinema The Last Waltz,
il fantastico addio dalle scene di The Band, rimanendone folgorato. Ma
alla vera festa di S. Francisco nel '75 c'era anche Muddy Waters, e la
cornice un po' si chiude se pensiamo che Scorsese (regista del film) avrebbe
poi interamente dedicato al Blues (quello con la "B" maiuscola) la recente
serie documentaristica del 2003 …e l'armonicista pavese avrebbe suonato
finalmente "per davvero" col pianista di The Band! E' un episodio dei
tanti, che si accavallano alla vicenda compositiva di Mercy,
l'ultimo dei Chicken Mambo e la rinascita personale per lo stesso soffiatore
d'ance tra Ticino e Mississippi.
L'aneddotica incommensurabile di Poggi si dona allora in questo "grazie"
anche con la sua testimonianza scritta, di supporto all'ascolto (nell'intenso
booklet allegato alle reinterpretazioni dal repertorio del canzoniere
popolare americano) con un generoso storytelling intorno a brani scelti,
nel personalissimo rapporto che li lega all'interprete, il quale li rivive
e ce ne offre un sensibilissimo approccio non soltanto musicale. Complice
la band, con quello che potremmo definire il suo braccio destro, Francesco
Garolfi, voce di alcune songs oltre che stupenda alternanza alle chitarre
con lap steel o mandolino, e il resto degli amici (Maurizio Fassino all'acustica,
la fisarmonica di Bobby Sacchi, Roberto Re al basso e Stefano Bertolotti
alla batteria) pure con l'elenco innumerevole di ospiti a tesserne l'evidente
resa sonora: l'uomo di The Band (con la moglie) in testa, ma anche Seth
Walker o Stefano Intelisano, che contribuiscono a una riuscitissima Cross
Road Blues tra le bonus di un album già di per sé prodigo,
a quota diciotto tracks in versione "espansa".
Ogni spiritual ha un profondo significato per Poggi, percepito oltre che
nell'esauriente spiegazione della storia dietro ciascun pezzo, attraverso
le soggettive che ne danno uno spessore interpretativo, sentito, unico,
mai snaturato. Su tutte possa esserlo Precious
Lord, per esempio, commovente nella sua storia di ultima canzone
ascoltata dal Reverendo M.L. King come nella vicenda tormentata dietro
la smisurata preghiera dell'autore Thomas Dorsey. Così Amazing
Grace, altra celeberrima testimonianza della storia afroamericana
in cui Poggi si immerge, traendone la medicina che fu di Blind Willie
Johnson come di altri personaggi del popolo del blues alla ricerca della
luce, tra peccato e redenzione, inferno e paradiso. "C'è qualcuno che
mi sa dire cos'è l'anima di un uomo? Che cos'è davvero The Soul of A Man?"
- dice Willie Johnson. Poggi afferma che: "non importa dove tu sia nato,
quale sia la lingua che parli e il colore della tua pelle. Queste canzoni
sono doni meravigliosi che qualcuno ha voluto regalarci per la nostra
anima. E' la musica giusta per reclamare a gran voce il nostro diritto
alla pace, alla giustizia e all'uguaglianza. Sempre…e in ogni dove". La
risposta allora è di nuovo nella domanda stessa. In The
Soul of a Man come in Nobody's Fault
But Mine, in Walkin' Blues
come in Needed Time o This
Train, con Rob Paparozzi, Ponty Bone o Donnie Price, ascoltandole,
si capisce: è dentro le canzoni.
(Matteo Fratti)
www.chickenmambo.com
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