Indipendenti, coraggiosi
e persino po' incoscienti, i Cheap Wine cominciano a fare sul
serio: Pictures e A Better Place avevano sparso la voce, Ruby Shade
era stato un piccola rivelazione, raccogliendo consensi pressocchè
unanimi, Crime Stories prosegue un'avventura che inizia
a reclamare il suo spazio vitale. Assaporando la corposa produzione
di Alessandro Castriota si intuisce perchè le majors non
riescano più ad accettare un disco rock, così come la
cura estrema del booklet (con i simpaticissimi disegni del batterista
Francesco Zanotti e l'inclusione di tutti i testi tradotti) è
sintomo di un profondo rispetto verso il loro pubblico. Insomma, i Cheap
Wine non sono affatto delle comparse e non hanno voglia di passare inosservati.
La vera differenza però la fanno sempre le canzoni di Marco
Diamantini (questa volta rapite dalle oscure trame del crimine)
così come l'energia bruciante che traspare dalle note del nuovo
lavoro: Crime Stories coglie ancora una volta, forse anche meglio di
Ruby Shade, l'impatto devastante del gruppo, avvicinandosi fedelmente
al tiro micidiale dei loro live shows. Musicalmente non si allontana
invece dalle certezze del passato, cercando piuttosto di scavare nel
loro sound e nelle loro radici, anzichè ampliarle. Esempi di
questa ricerca in profondità sono la vibrante apertura di Dream
Seller, in cui il piano boogie di Castriota affianca l'arsenale
di chitarre di Michele Diamantini, finendo dritto nelle braccia
degli amati Green on Red; il violino di Alessandra Franceschetti
in Behind The Bars, western ballad di grande fascino; la magnificenza
di Looking For a Crime, ballata sognante alla Steve Wynn, che
scoppia in un finale visionario. Crime Stories apparirà meno
sorpredente e spiazzante alle orecchie dei vecchi adepti, occupato semmai
a ribadire le coordinate di un rock'n'roll spesso e volentieri imparentato
con l'hard-rock più nobile (Coming Breakdown, Reckless),
estremamente crudo e psichedelico (le tormentate convulsioni di Temptation
ed una Castaway per cui Dan Stuart andrebbe fiero), altre volte
rapito da un romanticismo in forma di ballata folk-rock (Murderer
Song, Tryin' To Lend a Hand). Come in tutti i migliori dischi
di rock'n'roll: ad una dolce carezza segue sempre un duro pugno nello
stomaco.
(Fabio Cerbone)
www.cheapwine.net
|