Più volte in questa
rubrica ci siamo interrogati su un possibile sbocco "americano"
per la nostra canzone d'autore: non nel senso di una sterile imitazione
di modelli e linguaggi altri dalla tradizione italiana, ma di una ricerca
profonda sul suono e sugli arrangiamenti, che potesse unire atmosfere,
chitarre, intuizioni tipiche del rock'n'roll con l'espressione italiana.
Lungi da me affermare che non si siano già raggiunti in questi
anni ottimi risultati (basterebbe l'intero catalogo di Massimo Bubola
a dimostrarlo), ma bisogna ammettere che tra le nuove leve l'esordio di
Edoardo Cerea è una autentica sorpresa, un disco di grande
spessore, non solo dal punto di vista lirico, ma anche e forse soprattutto
per via di un suono elettrico che rimanda direttamente ai tanti eroi americani
che popolano le nostre discografie. L'alchimia un poco magica che risiede
dietro Come Se Fosse Normale nasce dall'incontro di Edoardo,
musicista piacentino di estrazione rock e blues con diverse esperienze
in gruppi locali, con la penna di Marco Peroni, scrittore, qui
autore di tutti i testi, entrambi uniti da passioni musicali comuni. La
produzione, le chitarre e il piano di Mario Congiu hanno idealmente
chiuso il cerchio, mettendo sul piatto un sound vivido, chitarristico,
pulsante, che incentra buona parte del disco su ballate classicamente
rock, con immancabili cenni springsteeniani, persino qualche tocco roots
che rimanda a John Mellencamp (il mandolino di Davide Cignatta in Tre
Accordi), stridori e feedback che marchiano i brani di Cerea e Peroni
di una precisa impronta urbana (la cruda Non Era Così potrebbe
essere un pezzo di Matthew Ryan). Sono solo impressioni e spicci accostamenti,
perchè va ribadito che la forza trainante di Come Se Fosse Normale
è proprio la sua unicità, il suo richiamare e non "scopiazzare"
idee: dal rock tuonante di Solo Nell'aria e Il Mio Giocattolino
alle fattezze pop di Rumore, dalla tensione di Quasi Giorno
(in cui risalta l'ottima voce di Cerea) agli episodi squisitamente più
cantautorali e malinconici come Sono anche Un Altro, Come Hai
Fatto Presto e la pianistica Senza Sicura (con un piccola sezione
archi e la suggestiva tromba di Giorgio Li Calzi). Musica e parole
viaggiano davvero con una sintonia rara da riscontrare nei giovani autori
italiani: i testi di Peroni sono al tempo stesso semplici e molto introspettivi,
riassunti infine in una delle copertine più suggestive e simpatiche
che mi sia capitato di vedere di recente.
Il disco è rintacciabile direttamente sul sito di seguito segnalato
e sarà in distribuzione nazionale a partire da settembre
(Fabio Cerbone)
www.ilmiogiocattolino.it
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