Se
dovessimo dare ascolto alle reazioni degli appassionati ad ogni pubblicazione
di archivi perduti, i nostri beniamini rock parrebbero una schiera di folli e
sadici autolesionisti, che ha fatto apposta per anni a sbagliare le scalette dei
dischi ufficiali per lasciare nei cassetti i veri capolavori. Va bene, il Dylan
che elimina Blind Willie McTell poco prima di mandare in stampa Infidels
o lo Springsteen che lascia fuori da The River ogni ben di dio sono ancora oggi
oggetto di stupore, ma in questo caso la questione è diversa. Per capire il valore
storico di Hitchhiker senza lasciarsi andare ad esclamazioni inutili
come "ma come ha fatto Neil Young a non pubblicare un simile capolavoro!" bisogna
ricordarsi cosa stava succedendo nel 1976, anno in cui un Young tormentato e strafatto
di birra e cocaina si chiude di notte in uno studio di registrazione di Malibu
per registrare un intero album per chitarra e voce.
Disco che la Reprise
scartò immediatamente, considerandolo niente di più che una serie di demo, ma
che Neil stesso non spinse più di tanto perché già lanciato in nuovi progetti.
Entrambi a ragione, dico provocatoriamente, perché se nel 2017 questo album ci
pare un mezzo capolavoro, nel 1976 saremmo stati i primi a considerarlo deludente.
Saremmo stati sordi? No, semplicemente in quegli anni ci si aspettava qualcosa
di diverso dal rock, e soprattutto il concetto che una canzone possa vivere miglior
vita in una versione da demo è qualcosa che anche come pubblico abbiamo maturato
più tardi, e precisamente nel 1982 grazie a Nebraska di Springsteen. Tuttavia
nel 1982 la situazione era diversa: Nebraska reagiva all'eccessiva muscolarizzazione
del suono richiesto dalle radio, per cui quello era il miglior modo di fare un
disco "contro" negli anni 80, ma nel 1976 il sound generale era quello giusto
anche per Young, e non si sentiva affatto la necessità di tornare all'essenziale.
Insomma, Hitchhiker è un must-have, ed è bellissimo come
qualsiasi cosa prodotta da Neil Young prima del 1979, ma meno male che
esce oggi, perché allora avrebbe potuto anche affossare la sua carriera molto
di più di quanto già rischiò di farlo Time Fades Away, perché probabilmente
Neil stavolta non avrebbe avuto neanche i fans più stretti a difenderlo. Di fatto
al posto di Hitchhiker pubblicherà tre dischi con buona fortuna commerciale e
risultati artistici che raggiungono il suo personale apice con Rust Never Sleeps
del 1979. Album che infatti nasce proprio dalle ceneri di questo progetto, con
una Pocahontas recuperata in questa versione
con qualche opportuna sovra-incisione, una Ride My Llama
registrata ex novo e decisamente migliorata rispetto alla versione
scarna qui presente, e una Powderfinger che
ha poi assunto la fisionomia di quella cavalcata elettrica che Young aveva immaginato
nelle mani dei Lynyrd Skynyrd, e che si fa comunque apprezzare anche in questa
sofferta versione unplugged.
8/10 di questo materiale era comunque già
noto, con la sola Captain Kennedy pubblicata
esattamente in questa veste su Hawks And Doves, con una The Old Country Waltz
fatta al piano che diventerà uno standard country su American Stars 'n Bars, e
una Human Highway che nella versione ufficiale di Comes A Time perderà
la giusta tensione di questa versione a favore di un country-sound da programmazione
radiofonica di Nashville. Hitchhiker stessa
poi è un bel brano che Neil ha saccheggiato e riproposto in varie forme (Like
An Inca su Trans, Stringman su Unplugged e infine di nuovo come Hitchhiker
su Le Noise), mentre Campaigner la conoscevamo
già grazie a Decade (anche se tagliata di una strofa). Piuttosto spiace che si
sia persa nei cassetti dell'epoca la bella Give Me Strenght,
ma un po' meno si piange per Hawaii, che comunque avrei visto bene in stramba
versione elettrica da destinare a Re-Ac-Tor.
In quegli anni Young era
al top della creatività e lo dimostrano anche i progetti abortiti, che speriamo
di poter continuare a recuperare, ma per una volta dimostriamo un po' di fiducia
nella sua capacità di prendere decisioni: se ha tenuto questo album nascosto fino
ad oggi, c'è un perché.