Ralph Ellison
Il giorno della libertà

Einaudi
pp.341

Il ritmo è quello di "un jazzista che crea un tema musicale tramite un incontrollato scintillio di metamorfosi" e la musica, in particolare, i suoni afroamericani è una traccia che non bisogna mai perdere seguendo Ralph Ellison perché "noi sappiamo dove siamo dal modo in cui camminiamo. Sappiamo dove siamo dal modo in cui parliamo. Sappiamo dove siamo dal modo in cui cantiamo. Sappiamo dove siamo dal modo in cui danziamo". Lo scrive in uno dei passaggi più importanti di Il Giorno Della Libertà, un romanzo a cui ha dedicato tutta la sua vita dopo Uomo Invisibile (il suo capolavoro, sempre Einaudi): "l'azione si svolge alla vigilia del movimento per i diritti civili, ma preannunzia il caos che sarebbe sopraggiunto più tardi" annota Ralph Ellison e nel complesso dialogo tra i due protagonisti, il senatore (bianco) Adam Sunraider e il reverendo Alonzo Daddy Hickman (già jazzista e vagabondo, guarda un po') prende forma una sorta di rilettura di un'intero, confuso concetto di nazione e di appartenenza. Ralph Ellison lo evidenzia anche nelle note che accompagnavano il work in progress di questo romanzo, uscito postumo, "un romanzo sull'americano senza radici, prodotto della nostra solitudine. Su coloro che ripudiano il loro vero io a favore di una qualche illusione, che, mentre si proclamano democratici, hanno sete e fame di aristocrazia. Su coloro che diventano attori e truffatori, capipopolo, lestofanti, e maligni distruttori della nazione". Lucidissimo e quanto mai attuale
 

William Saroyan
La commedia umana
Marcos Y Marcos
pp.192

Dal'universo magico dell'infanzia a quello abitudinario dell'età adulta, dove le difficoltà quotidiane sono tutta la vita, Homer, il protagonista de La commedia umana, scopre che crescere vuol dire anche affrontare il dolore del mondo e si può piangere da grandi, come da piccoli: "Un uomo che non piange di fronte al dolore del mondo è un uomo per modo di dire. Nel mondo ci sarà sempre dolore. Questo non significa che si debba perdere la speranza. Un uomo vero si sforzerà di eliminare il dolore dal mondo. Un uomo meschino non lo vedrà nemmeno, tranne che in se stesso. E un uomo malvagio, per sua disgrazia, porterà al mondo altro dolore, seminandolo ovunque andrà. Ma non è colpa di nessuno, mi sa, perché nessuno ha chiesto di venire al mondo. Un uomo non arriva dal nulla, nuovo di zecca. Ciascuno è segnato dalla sua origine e dalla sua esperienza". Il paesaggio meraviglio- samente delineato, è fornito dalla California degli anni Quaranta e se serve una nota di commento in più, meglio prenderla di qualità, ovvero a firma di John Fante: "La mano di William Saroyan è piena di rabbia, una rabbia armena eppure americana: e soprattutto, la sua scrittura è fantastica, lirica fino all'ultimo punto, all'ultima virgola". Scopritelo anche negli altri libri, Il trapezio volante e In bicicletta a Beverly Hills (pubblicati sempre da Marcos Y Marcos) perché William Saroyan è uno dei grandi maestri americani di lettura e di scrittura
   

Madison Smart Bell
Quando le anime si sollevano

Instar libri

pp.704


Dall'Africa a qualcosa chiamato America, Quando Le Anime Si Sollevano racconta le rivolte di Haiti della fine del Settecento descrivendo, a metà strada tra trattazione storica e romanzo sociale, i complessi intrecci tra conflitti etnici, religiosi, politici e geografici. Qualcosa che appartiene alla radice più intima dell'uomo, al suo stesso spirito e che soltanto chi vive vicino alla terra riesce a comprendere fino in fondo: sofferenza, disperazione, rabbia, ribellione. Madison Smartt Bell, con un lavoro di ricerca veramente maniacale ha saputo far coincidere i fatti storici con una scrittura che è un vero e proprio diluvio e che trascina il lettore nei paesaggi di un'apocalisse dove lo schiavismo rivela le sue brutture più profonde. Se poi volete un parere più credibile, fidatevi di una delle migliori scrittrici americane contemporanee, Kaye Gibbons, che a proposito di Quando Le Anime Si Sollevano ha detto: "Un libro violento, da arresto cardiaco, che narra le tragiche conseguenze della politica schiavista. Le voci dei personaggi intessono un ricco arazzo con le contraddizioni e l'amarezza che ancora tormentano questa terra lacerata". Tra l'altro il prezzo comprende una cronologia storica dettagliata ed efficiente, un glossario (utile anche per comprendere molti vocaboli voodoo in uso da Willy DeVille a Dr. John), una veste grafica elegantissima e quelle citazioni di Bob Marley che abitano con spiritata naturalezza tra un capitolo e l'altro

 

Jack Cady
Inagehi
Meridiano Zero
pp.256


Inagehi (che nella lingua parlata cherokee si pronuncia in na ghe hii) significa una persona che vive da sola in un luogo selvaggio. E' la scelta di Harriette Chiamata Del Tuono, Amica Dell'Albero che sente, come un imperativo del destino, di dover scoprire, capire e far propria la morte del padre, avvenuta per mano assassina anni e anni prima. Il misterioso delitto è l'unica nota noir di questo splendido romanzo di Jack Cady. E' anche la scintilla che accende di un fuoco vivo, intenso Inagehi, dove protagonisti assoluti sono la natura selvaggia, le montagne, gli alberi, il passare delle stagioni, le variazioni atmosferiche. Tutti considerati alla stregua di personaggi, persino di testimoni e non in un'ottica misticheggiante come spesso vengono proposte le visioni native. Jack Cady è abbastanza scafato da non lasciarsi trarre in inganno da false suggestioni e presenta il mondo di Inagehi, dei nativi anche con tutte le sue ombre. E' per questo che il prezzo che paga Harriette Chiamata Del Tuono, Amica Dell'Albero ("A quanto pareva, un prezzo bisognava pagarlo") si diffonde, frase dopo frase, in Inagehi come le radici degli alberi nella montagna che custodisce i segreti della morte del padre e della sua stessa vita. Un libro prezioso perché riporta al centro dell'attenzione il rapporto con la natura: per un'ecologia dell'anima, più che dell'ambiente. Così, "come tutte le tragedie, anche questa ha bisogno di un coro" scrive Jack Cady. C'è solo l'imbarazzo della scelta: potete metterci John Trudell, Robbie Robertson o i dischi di Bill Miller

 


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