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Apologia
della Levelland a cura di Marco Denti C'è questa scena al centro di Crepuscolo,
quindi nel cuore della "trilogia della pianura" di Kent Haruf che
solo in apparenza è un episodio minuscolo e transitorio. Raymond, uno
dei due fratelli McPheron che vivono la propria solitudine in una fattoria
a trenta chilometri da Holt, Colorado, ha conosciuto Linda May. Lei
ha una macchina che va a singhiozzo, lui decide di regalarle una batteria
nuova. Un dettaglio che Kent Haruf racconta spiegando come Raymond McPheron
"andò al Co-op Implement Store, un negozio di attrezzature agricole
sulla Statale per Holt, oltrepassò le scaffalature con gli utensili
e i cassettini di dadi e bulloni e le bobine di filo elettrico e proseguì
fino in fondo, dove c'erano le pale da neve appese ai ganci, come armi
medievali raccolte in un castello o un'armeria. Guardò le batterie per
automobili sulle mensole metalliche, ne lesse le concise etichette incollate
sui lati, infine ne scelse una e la portò alla cassa. Il commesso disse:
Raymond, questa non è abbastanza potente per il tuo furgone". Raymond
gli risponde: "Non è per il mio furgone". (Punto). Il commesso del Co-op
Implement Store capisce di aver infranto la regola fondamentale del
quieto vivere in una smalltown (che è quella di farsi gli affari propri)
e dice: "Ah, va bene. Non sapevo che avessi anche una macchina. Volevo
solo evitare che prendessi la batteria sbagliata e poi dovessi tornare
indietro. Te la metto sul conto o paghi in contanti? Mettila sul conto
della fattoria, rispose Raymond". Nella seconda battuta torna la consapevolezza
di chi sa che il suo posto è lì, in mezzo al nulla, dove la fiducia
negli altri non è soltanto un elemento indispensabile alla sopravvivenza:
è tutto. I due momenti di un dialogo laconico, interpretati da un personaggio
secondario (il commesso apparirà soltanto in questo frangente di Crepuscolo)
sono però decisivi nell'evocare il quesito sottinteso: è vero che ci
conosciamo tutti, ma ci conosciamo davvero?
L'importante
è che regga la toponomastica della narrazione e quella è solidissima perché Kent
Haruf è scrupoloso nel collocare ogni dettaglio, ogni indirizzo, ogni angolo.
Holt è una realtà minuscola dentro il canto delle pianure americane. La dimensione
implica una definizione spicciola, semplice, geometrica più che geografica. A
parte la fattoria dei fratelli McPheron, che è estranea anche alla viabilità ordinaria
(per raggiungerla bisogna prendere anche una strada sterrata di campagna), le
concessioni all'esterno del perimetro della smalltown sono limitate. Tutto si
svolge tra gli isolati attorno a Main Street, lungo la ferrovia che divide la
cittadina o ai margini dell'Highway 34. I luoghi sono fondamentali a contribuire
all'evolversi delle storie perché definiscono i movimenti e le vite dei personaggi.
E' tutto ristretto nell'intersezione tra vie e strade, così come negli incroci
esistenziali di uomini e donne. Se la forma di Holt è fatta di parallele e perpendicolari,
come ogni cittadina americana, un quadrato dentro un'infinità di campi a forma
di cerchi, i percorsi non sono mai obbligati. I personaggi seguono variazioni
invisibili che si sovrappongono alla geografia di Holt. I luoghi delimitano le
svolte: succede nella fattoria dei fratelli McPheron in Canto della pianura
e Crepuscolo, tra gli scaffali della ferramenta di Dad in Benedizione,
alla Holt Tavern e al Wagon Wheel Café, a ovest, sulla Highway 34 e in direzione
opposta (verso est) al Chute Bar And Grill nel corso di tutta la "trilogia della
pianura".
Merita
invece una riflessione la disposizione dei personaggi femminili: le donne sono
disposte ai quattro angoli della cittadina, gli uomini ruotano attorno a loro,
vanno avanti e indietro, lungo Main Street, aspettano sulla soglia, davanti alle
loro porte, sempre in una dimensione particolare dei legami e dei rapporti (tra
la partenza e l'arrivo). Alla fine della trilogia le troveremo disposte tutte
attorno a Holt, come custodi della preziosa normalità quotidiana e nello stesso
tempo come protagoniste nelle crepe che si aprono tra le persone. Qui, a Holt,
la vita viene salvata dai fratelli McPheron che ospitano Victoria Robideaux, una
Colorado Girl (grazie, Townes Van Zandt, come sempre) alla quale non è
difficile affezionarsi. In effetti la trilogia comincia davvero quando in Canto
della pianura appaiono i fratelli McPheron (Raymond e Harold) poi determinanti
in Crepuscolo. Sono allevatori, sono soli, sono efficienti, sono un po'
rozzi, ma sono la nota di speranza che ancora si può riversare nel genere umano
che attraversa i primi due capitoli della "trilogia della pianura". Canto della
pianura deve molto a William Faulkner, uno dei maestri dichiarati da Kent
Haruf, e in particolare a Mentre morivo (anche nella suddivisione dei personaggi).
Naturalmente, in comune a William Faulkner c'è anche la scelta di circoscrivere
tutto a una contea immaginaria (anche Le nostre anime di notte è ambientato
a Holt per quanto, per stessa ammissione di Kent Haruf, non appartenga alla trilogia).
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