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Mavis Staples & Jeff Tweedy: meeting in Chicago
C'è
qualcosa di inevitabile nella collaborazione tra gli Wilco, Jeff Tweedy
in particolare, e Mavis Staples che va oltre l'aspetto musicale. Fosse
soltanto per quello, avrebbero vinto le distanze più che le condivisioni. Mavis
Staples proviene da una famiglia leggendaria che ha scritto alcuni capitoli fondamentali
nell'evoluzione della musica afroamericana e appartiene a una generazione che,
con tutto il rispetto per l'età signorile, ha ormai doppiato in anni e in esperienza
quella dei ragazzi degli Wilco. Jeff Tweedy dal canto suo guida l'ultima e migliore
incarnazione del rock'n'roll: una specie di ensemble allargato capace di rileggere
tre quarti abbondanti delle enciclopedie musicali occidentali con libere divagazioni
di natura jazzistica. Visti così in comune hanno soltanto la stessa città, Chicago,
ma anche qui con la differenza che Mavis Staples sta ad un estremo e gli Wilco
a quello opposto. Il paradosso è che, alla fine, sono state proprio le diversità
a fornire i pretesti ideali per la collaborazione che ha portato a You Are
Not Alone, per inciso uno dei dischi più belli e sentiti di quest'anno.
Per capire bisogna guardare il loro incontro in prospettiva: tutta la
famiglia Staples ha costruito sulle collaborazioni e sulle interpretazioni altrui
(senza distinguere tra nero e bianco) una lunga, avvincente storia di ricerca
musicale e di coscienza sociale e politica. Più che un'eredità postuma, l'apertura
a visioni e stimoli differenti fa parte di un codice genetico. Per Jeff Tweedy
e per gli Wilco, vista l'evoluzione che hanno vissuto (che era e resta sorprendente,
per quanto ormai ci abbiano abituato a un certo altissimo standard), la predisposizione
all'eccentricità è diventata la parte naturale, se non la più importante, di uno
stile. Le fondamenta dell'incontro sono le porte aperte e forse è altrettanto
inevitabile che, a porte chiuse (quelle dello studio di registrazione), il melting
pot tra gli Wilco e il gruppo di Mavis Staples suoni come una versione aggiornata
e colorita della Band. Anche perché è nello stesso tempo oggetto di distinzione
e comunione: a suo tempo Mavis Staples, proprio in virtù di quello spirito di
collaborazione, con la Band ha anche suonato; gli Wilco dalla Band hanno preso
tutto quello che serviva, ascoltandola fino all'ossessione. In mezzo ci sono solo
due o tre decenni, ma per la musica non bastano a fare la differenza (Marco
Denti)
Mavis
Staples You're
Not Alone
[Anti/ Self 2010]
Qualche anno fa la grande cantante gospel e soul sembrava aver perso la sua
forza interpretativa, a causa di scelte discografiche e performance live non convincenti.
Poi, con I'll
Never Turn Back e il successivo Live:
Hope At The Hideout è tornata prepotentemente alla ribalta, conquistando
pure una parte degli appassionati rock. Certo conta anche il fatto che il primo
è prodotto da Ry Cooder, ma in ogni caso a chi sa ascoltare senza pregiudizi,
una voce e un feeling come quelli della Staples non possono lasciare indifferenti.
Per questo album è avvenuto qualcosa di ancora più "sorprendente", perché non
avremmo mai ipotizzato un incontro con Jeff Tweedy, e che lui si rivelasse un
estimatore, soprattutto della mai ben valutata tecnica chitarristica di Roebuck
"Pops" Staples (Cooder ci aveva già pensato), oltreché del repertorio gospel e
dintorni. Ma tant'è, la musica (l'arte) ha dalla sua anche l'imprevedibilità e
in questo caso, come si dice, è andata di lusso. Pregevole misura del supporto
ritmico e armonico da parte dei musicisti e vocalist coinvolti - la sua touring
band, più Tweedy e Patrick Sansone e altri, tra cui un trio di coristi (Kelly
Hogan, Nora O’Connor e Richard Parenti) - e ottima scelta dei brani. Si va da
quelli firmati da Pops Staples, ai tradizionali religiosi (un paio sono d'autore),
a perle di autori di vaglia, compreso lo stesso Tweedy.
Insomma, materiale
di ampia gamma espressiva, in bell'equilibrio fra tradizione e "modernità". Alcuni
brani hanno struttura compositiva e interpretativa "standard": tra questi You
Don't Knock e Downward Road (Pops),
la stessa You're Not Alone e Only
The Lord Knows (ambedue di Tweedy), altri stanno un gradino più sopra,
In Christ There Is No East And West (traditional,
arrangiato da Tweedy), Last Train (Allen Toussaint).
Le perle - di più complesso e a volte splendido incastro melodico-ritmico, con
luminosi passaggi della grande solista - arrivano col traditional Creep
Along Moses, Losing You (Randy
Newman), I Belong To The Band (Rev. Gary Davis),
Wrote A Song For Everyone (John Fogerty), il meraviglioso traditional
Wonderful Saviour e il medley finaleToo
Close To Heaven/I'm On My Way To Heaven Anyhow. (Gianni Del Savio)