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iconic singer
di Paolo Baiotti (26/06/2020)
Il critico Dave Marsh ha
scritto: “Dion è l’unico artista attivo negli anni Cinquanta che è rimasto
creativo e rilevante anche nel 2020”. Questa affermazione è dovuta alla
pubblicazione di Blues With Friends, il primo album di blues
della sua carriera (o meglio non di covers, ma di originali brani blues)
nato da un’idea di Joe Bonamassa, che avrà tanti difetti, sarà antipatico
a molti, ma di musica ne capisce e ha sempre cercato di promuovere i musicisti
che lo hanno influenzato. Joe ha stimolato Dion, lo ha aiutato
a trovare gli ospiti funzionali al progetto e ha pubblicato il disco sulla
Keeping The Blues Alive, una nuova etichetta creata con il suo manager
Roy Weisman, che ha lo scopo di agevolare la carriera di musicisti giovani
reinvestendo nella loro educazione parte dei guadagni.
Dal canto suo Dion DiMucci, classe 1939, con alle spalle una quarantina
di Top 40 tra gli anni Cinquanta e Sessanta con The Belmonts e The Del
Satins o da solista, uno dei cantanti più popolari dell’epoca precedente
alla British Invasion, ha dichiarato: “il blues è alla base della mia
musica fin dai primi anni Sessanta. The Wanderer è un blues a dodici
battute ed avevo l’abitudine di cantare brani di Jimmy Reed e Willie Dixon
durante i primi anni alla Columbia”. Per terminare con le dichiarazioni,
se Lou Reed, presentando Dion alla Hall Of Fame nel 1989 ha detto “e poi
c’era Dion, una voce diversa da tutte le altre che conoscevo, una voce
che si reggeva da sola, straordinaria e inconfondibilmente newyorkese.
Il soul del Bronx”, l’ascolto di Blues With Friends è da affrontare
con rispetto ed attenzione, magari accompagnato dalla lettura delle note
di copertine, scritte da un certo Bob Dylan.
In effetti bisogna dire che, superate le 80 primavere, Dion ha ancora
una voce formidabile, chiara, limpida, sicura, elastica e di grande fascino,
che si adatta come un guanto a questo tipo di repertorio. Blues With
Friends scorre veloce, senza intoppi, attraversando stili diversi,
mantenendo una coesione per merito di Dion che si trova a suo agio in
ognuna delle quattoridici tracce del disco. Tra i brani mi limiterò a
citare l’opener Blues Comin’ On in
cui fa la sua figura la slide di Joe Bonamassa, il nostalgico slow country-blues
Can’t Start Over Again con Jeff Beck, My Baby Lost To Boogie,
up-tempo arricchito dall’armonica di John Hammond, il duetto vocale con
Van Morrison I Got Nothin’ nel quale
si inserisce la chitarra di Joe Louis Walker e la ballata Song For
Sam Cooke (Here in America), duetto con Paul Simon nel quale viene
ricordata l’amicizia con il grande cantante di colore. Nel finale si distinguono
l’impetuosa What If I Told You con
la partecipazione vigorosa di Samantha Fish, la perla acustica Told
You Once In August dove la voce sofferta del cantante è affiancata
dalle slide di John Hammond e Rory Block e Hymn To Him, un brano
già inciso nell’87 trasformato in un gospel-soul con la voce di Patti
Scialfa e l’elettrica di Bruce Springsteen.
Cantare in questo modo a 81 anni non è da tutti; pubblicare un disco così
vitale ancora meno. Lunga vita a Dion DiMucci!
La scaletta e i partecipanti:
1. Blues Comin' On (feat. Joe Bonamassa) // 2. Kickin' Child (feat. Joe
Menza) // 3. Uptown Number 7 (feat. Brian Setzer) // 4. Can't Start Over
Again (feat. Jeff Beck) // 5. My Baby Loves To Boogie (feat. John Hammond)
// 6. I Got Nothin' (feat. Van Morrison & Joe Louis Walker) // 7. Stumbling
Blues (feat. Jimmy & Jerry Vivino) // 8. Bam Bang Boom (feat. Billy Gibbons)
// 9. I Got The Cure (feat. Sonny Landreth) // 10. Song For Sam Cooke
(Here in America) (feat. Paul Simon) // 11. What If I Told You (feat.
Samantha Fish) // 12. Told You Once In August (feat. John Hammond & Rory
Block) // 13. Way Down (I Won't Cry No More) (feat. Stevie Van Zandt)
// 14. Hymn to Him (feat. Patti Scialfa & Bruce Springsteen)