inserito 16/06/2010

Elliot Randall
Caffeine & Gasoline
[
Elliot Randall  2010
]



La copertina ha il sapore inconfondibile dei b-records e di quel rock'n'roll periferico che giustamente ti aspetteresti da uno come Elliot Randall: lui resta ancora uno dei migliori talenti nascosti dell'Americana, nonostante qualche buon apprezzamento critico e l'opportunità concessagli di aprire diversi show per Lyle Lovett, Cross Canadian Ragweed e Hayes Carll. Non è bastato insomma Take that Fall per farlo emergere da un groviglio di proposte, che cominciano seriamente ad oscurare anche quei pochi veri artigiani del suono rock provinciale ancora in circolazione. Randall è un ventenne con un'anima antica, non scrive capolavori ma ha il dono raro di trovare melodie che bilanciano perfettamente cantautorato initimista e tradizionalismo rock americano: è venuto spontaneo affiancarlo a Ryan Adams e in generale a quella frangia più spigliata ed elettrica del movimento delle radici, ma sarebbe un torto ridurre i suoi lavori, a maggior ragione un più baldanzoso e sicuro Caffeine & Gasoline, come pallide imitazioni o scolastiche rivisitazioni del genere.

Potrebbe essere soltanto sopravvivenza roots rock dai margini, quella che piace peraltro alle latitudini di RootsHighway e a quelli che hanno ancora a cuore il suono legnoso, antico e polveroso di un rock'n'roll che in Caffeine & Gasoline imbocca la strada del Sud, il country rock californiano di un tempo (Elliot Randall si è trasferito a San Francisco crescendo fra South Carolina e Arizona) e buon ultima quella agrodolce ballata da grandi spazi che in Too Lucky Too Long, Trying Again e Bedroom Window si tinge di colori agresti, senza mai distogliere lo sguardo dalla ricerca melodica. È una voce credibile e intensa quella del giovane Elliot, autentica non c'è dubbio nelle sue confessioni, magari poco originali per penna ed estro, ma con una dose di malizia sufficiente per trasformare le marcette rurali di Oh Miranda e l'armonia alternative country di Good Love nell'ennesima variante sul tema, senza stancare o assomigliare ad una scolorita fotocopia.

In Caffeine & Gasoline ci sono invischiati The Deadmen, un combo che va oltre l'esenzialità dello stile, costruendo armonie vocali e strascichi elettrici se possibile ancora più rotondi e corposi rispetto all'esordio: le chitarre di James Deprato (anche mandolino e banjo) sono la spalla ideale per fare emergere la personalità di Randall, mentre Tim Marcus (pedal steel) e Danny Blau (piano elettrico) garantiscono quella patina di "Cosmic Americana" e feeling sudista collocata da qualche parte fra il santino di Gram Parsons e il presente dell'alt-country. A questo turno è innegabile infatti che Elliot Randall abbia cercato con insistenza almeno un colpo del ko (andandoci vicino con Red Velvet Curtains), modellando ballate sornione (Getting My Nerve Up, Casanova) che mostrano la maturità del musicista e forse il diritto sacrosanto di meritarsi almeno un'occasione per emergere ai piani alti.
(Fabio Cerbone)

www.myspace.com/elliotrandall
www.elliotrandall.com


 


<Credits>