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Wilco
Wilco (The Album)
[Nonesuch
2009]
Con una copertina surrealista (e terrificante), che si nota subito per
contrasto con quella elegante e minimalista di Sky
Blue Sky, i Wilco confermano lo stato di grazia che
li ha proiettati tra i protagonisti del rock'n'roll degli ultimi anni.
Il consolidamento delle posizioni non si traduce però nella cristallizzazione
dei suoni: i Wilco sono sempre stati capaci di svolte repentine pur mantenendo
un'identità chiarissima e se per questo disco sembrano abbracciare un
po' la voglia di "back to the roots" con un suono meno compresso (il produttore
è il veterano Jim Scott, con cui avevano già lavorato nel
doppio Being There) e un'attitudine più fisica che cerebrale è soltanto
una delle possibilità su cui il poliedrico ensemble guidato da Jeff
Tweedy può puntare. Di certo non l'unica, perché l'ossessivo pulsare
ritmico di Bull Black Nova, che rimanda
persino ai Talking Heads, in contrasto con le armonie di You
& I, comincia il gioco di contrasti su cui, ormai con tanta
abilità quanta esperienza, si muovono gli Wilco.
Una rock'n'roll band moderna che sa muoversi nell'ambito di schemi classici
(You Never Know sembra una canzone
di Tom Petty) così come di variazioni pop con accenti beatlesiani sparsi
con generosità. Sono duttili non (solo) perché questo richiede la realtà
complessa e mai definita del mondo in cui viviamo, ma per il loro stare
avvinghiati alla musica, vissuta con la concentrazione di tormentati jazzisti
e con la disinvoltura di consumati honky tonky heroes. La loro eccentricità,
a guardarla bene, è la normalità: a parte un vistoso completo indossato
da Jeff Tweedy in omaggio a Gram Parsons (lo si vede nel lungo e altrettanto
bellissimo viaggio narrato dal DVD Ashes Of American Flags), i Wilco non
concedono un granché allo spettacolo e quello che sono è tutto nella musica.
Se qualcosa si ripete o svela un po' troppo presto la cifra stilistica
della sua matrice è anche naturale e fisiologico perché i Wilco non hanno
esordito con Yankee Foxtrot Hotel e perché Sky Blue Sky era un capolavoro.
Qui siamo nell'ambito delle promesse mantenute e per fortuna perché di
stelle che bruciano un attimo ne vediamo dozzine al giorno e sarà pure
romantico, ma alla fine qualcosa che duri e che resti nel tempo, non soltanto
come idea, ma proprio come realtà che vive e suona e si tiene il tempo
dalla propria parte, beh, è indispensabile più che necessario. Per questo
i Wilco sono in questo momento la miglior rock'n'roll band della Levelland
e One Wing (intro delicato e suggestivo,
attacco dirompente, finale che è un omaggio, nemmeno tanto velato, ai
Television) la canzone più bella di quest'anno, così semplice e perfetta
da farvi pure dimenticare le gobbe del cammello arrivato per errore sulla
copertina.
(Marco Denti)
www.wilcoworld.net
www.nonesuch.com
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