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Weinland
The Breaks in the Sun
[Badman 2009]
Speculare al suo precursore La
Lamentor, disco che aveva svelato il talento malinconico di
John Adam Shearer in arte Weinland, The Breaks In The Sun
abita nuovamente una zona grigia e uggiosa dove le ballate di questo autore
di Portland, Oregon portano a spasso una scrittura poetica e intimista,
fra confessioni che possono scattare improvvisamente dall'amarezza e dalla
fragilità più assoluta all'apertura disarmante della propria anima. Disco
autunnale come pochi, sempre accerchiato da un suono elettro-acustico
che non alza mai la voce, The Breaks In The Sun non sposta di una virgola
le intuizioni del recente passato e per questo motivo suonerà familiare
o forse persino risaputo per chi aveva provato ad assaggiare l'intrigante
trama del suo predecessore.
Tuttavia appare evidente il maggiore lavoro di squadra, per cui Weinland
è oggi più che mai una realtà corale in cui i ruoli di Aaron "Rantz"
Pomerantz (dobro, lap steel e melodica) e Paul Christensen (piano
e organo, co-autore di tre episodi) si pongono in primo piano e acquistano
un valore essenziale per la riuscita dell'album. Manca probabilmente quel
passo decisivo per distaccarsi dagli inevitabili modelli di riferimento:
ancora dibattuto fra lo spleen esistenziale di Neil Young, maestro indiscusso,
e Mark Kozelek (Red Hosue Painters) e il nuovo linguaggio folk di Iron
& Wine (i sussurri del canto non possono non legare i due artisti), Adam
Shearer preferisce riconoscersi dentro un sound familiare e accogliente,
a cominciare dal delicato fruscio di Sunken Eyes,
quintessenza dello stile Weinland e punto di partenza invidiabile dell'intero
The Breaks In The Sun. Il quale non manterrà sempre queste premesse, ma
avrà se non altro l'intenzione di allargare la propria comunicativa: I'm
Sure It Helps riverbera con timide scintille elettriche e i
cori di Alia Farah, Its Already True
crea una papabile tensione nell'utilizzo della stridente slide guitar,
mentre The Breaks In The Sun abita
quei territori fastosi esaltati di recente degli Shearwater di rook.
Per il resto Hardly Worth Saving mormora
un docile alternative-country, prima che People
Like You e The Letters II
ritornino sui passi di quel folk cristallino ed esile che Seam Bean (Iron
& Wine) ha risvegliato in queste stagioni. Registrato nell'arco di due
intense settimane di session con la collaboarzione di Adam Selzer (M.
Ward, Norfolk & Western) e Dylan Magierek (Mark Kozelek, Thao Nguyen),
The Breaks In The Sun rappresenta una scommessa per gli stessi Weiland,
decisi ad affrontare le acque pericolose dell'oceano indie rock con rinnovata
fiducia: hanno tutti abbandonato i propri lavori e la vita personale per
dare corpo al progetto.
(Fabio Cerbone)
www.weinlandmusic.com
www.myspace.com/johnweinland
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