Ci sono dischi che sembrano scritti apposta per essere ascoltati in completa
solitudine, magari in macchina durante un lungo viaggio o in notti d'estate
serene. In quei casi, inspiegabilmente, gli scenari rurali (e le storie
universali) che un album come Tremolo richiama al nostro
immaginario sono separati dalla realtà che ci circonda, ovunque noi ci
troviamo, da uno scarto davvero stretto. Miracoli della musica di The
Pines, probabilmente, duo di Minneapolis che con questo lavoro licenziato
da Red House Records e distribuito in Italia da IRD (dopo Sparrows
in The Bell, del 2007, e un omonimo album datato 2004 oggi
introvabile e fuori produzione) torna a vagabondare su strade blu costellate
di folk e roots, mai appiattite su una mera riproposizione di clichè del
genere ma al contrario aperte a soluzioni che in più di un caso mescolano
le carte e strizzano l'occhio al blues.
Succede fin da subito nell'inaugurale Pray Tell
- brano che non sfigurerebbe nella produzione acustica più
recente di John Mellencamp - dove si nota un certo respiro più in linea
col blues acustico che non con la tradizione bianca a cui si rifà in realtà
gran parte dei Tremolo. A prevalere è un tono intimo e appartato, poco
incline a scorribande rumorose e piuttosto votato all'accompagnamento
chitarristico attorno a cui si organizzano basso e batteria, chiamati
più che altro a puntellare un ottimo songwriting che di per sé basta a
rivelare le radici forti del progetto. Scrittura cristallina nella composizione,
umanissima e onesta nelle liriche: ecco gli ingredienti d questo album.
Ne è un ottimo esempio Heart And Bones,
uno dei pezzi più ispirati della tracklist, sostenuto da fini giochi d'arpeggio
delle chitarre e irrobustito dal cuore pulsante di una sezione ritmica
sempre misurata.
David Huckfelt ha dalla sua parte un timbro particolare, capace di
ricordare da vicino la voce del Willie Nile più in vena di malinconie
acustiche (ma svuotato dello stupore dylaniano tipico del cantante di
Buffalo) e segnato da un pathos vibrante e dolente. Accade in Shine
On Moon, scura ballad dai vaghi rimandi all'ultimo Joe Henry,
nella spettrale Lonesome Tremolo Blues,
e nella godibilissima cover di Spider John Koerner
Skipper And His Wife, dove l'impasto vocale di Huckfelt con
il compagno di band Benson Ramsey crea giochi armonici che ci sarebbe
piaciuto sentire più spesso ascoltando le dieci tracce di questa tracklist.
Un disco scritto e suonato con anima, cuore, gusto e tecnica. Un lavoro
capace di evocare un interno mondo. Il curriculum che il duo vanta fin
qui, d'altra parte - con apparizioni sul palco di artisti come Bon Iver,
The Holmes Brothers, Jolie Holland, The Arcade Fire - non lascia adito
a dubbi sul valore di un gruppo che, pescando nella tradizione, crediamo
avrà ancora molto da dire. (Luca Muchetti)