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Bob
Dylan
Together Through Life
[Columbia/
Sony 2009]
Se la svolta non è così netta e angolata è anche perché tutta la storia
di Bob Dylan è fatta di così tante rivoluzioni che ormai non si
distinguono una dall'altra. Il nuovo giro di danza però contiene e mette
in risalto degli elementi che, Dylan a parte, hanno molto da raccontare.
Intanto, la fisarmonica di David Hidalgo, che funziona da guida
e da anfitrione in tutto il disco: non è soltanto quella del border e
della tradizione mariachi, ma (come è noto) anche quella dei Los Lobos
(una delle più importanti rock'n'roll band degli ultimi trent'anni), di
The Lonesome Jubilee, delle notti parigine, in alcune sfumature persino
delle sue naturali origini mitteleuropee o nelle sue declinazioni mediterranee
(una delle foto di copertina sembra uno scatto di Alan Lomax nel suo viaggio
in Italia). Poi la coabitazione con Robert Hunter nel songwriting
delle canzoni e che, non solo rispolvera antichi legami con i Dead, ma
spruzza di una ventata di giocosità (compresa la citazione del fuorilegge
Billy Joe Shaver) un linguaggio già disposto di suo ai salti mortali.
Infine, il suono: a differenza di Modern
Times o Love & Theft, i suoni sono sporchi (la chitarra di
Mike Campbell è un'enciclopedia aperta) come se Bob Dylan & His
Band fossero registrati con un solo microfono in una bettola del New Mexico
immersi nella tequila perché Together Through Life è un
disco che porta sul border, certo, ma è anche una frontiera tra il rock'n'roll
e quanto c'è stato prima del rock'n'roll
Tutto il blues di questo mondo, naturalmente, perché è vero che "si sente
arrivare un cambiamento", ma non è che si possono dimenticare odisee secolari.
Solo che Together Through Life tende ad aggirare gli ostacoli, a incantare
più che a raccontare: con il tono della voce, con l'insistenza degli strumenti,
con l'appropriarsi di nomi e luoghi comuni (Jolene,
Shake Shake Mama) con tutta una costruzione
che sembra essere più cinematografica che discografica. In effetti va
ricordato che la genesi di Together Through Life parte, stando alle notizie,
dalle idee per la soundtrack di un film francese, ma bisogna anche dire
che dal cinema Dylan negli ultimi anni ha avuto molto più di quanto ha
dato (bastino No Direction Home e I'm Not There). Se film deve essere,
è l'ovvio road movie dello scatto di Bruce Davidson intrappolato nella
copertina e basterebbe If You Ever Go To Houston
(che sembra la gemella separata alla nascita di Dallas di Butch Hancock)
a riempire la storia solo che in Together Through Life, come sempre con
Dylan, la prospettiva è un po' più bizzarra.
Per cui il film guarda il viaggio con lo spirito del movimento, come se
tra tutti i confini evocati dalla fisarmonica ci siano anche quelli tra
spazio tempo, e così nella radio girano senza soluzione di continuità
Frank Sinatra e Howlin' Wolf, Chuck Berry e Sam Cooke e se l'aria di serpeggiante
zydeco di It's All Good ci ha portato
in un bayou della Louisiana non è un errore né sulla mappa né in Together
Through Life. La musica conta fino ad un certo punto. E' Dylan che ci
ha rapiti e ci ha reso ospiti del suo personale e unico viaggio attraverso
questa vita, e questo mondo
(Marco Denti)
www.bobdylan.com
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