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Nick
Cave & The Bad Seeds Dig!!!
Lazarus Dig!!! [Mute 2008]
Devo confessarlo: l'immagine di Nick Cave che si reca tutti giorni
in studio di registrazione, lavora esattamente 8 ore, e alla sera rincasa come
un buon padre di famiglia, mi aveva inorridito nel profondo. Non era certo il
primo artista che teorizzava un rigoroso stakanovismo creativo, Andy Warhol ne
era un fanatico e Stephen King raccontava di posare la penna allo scoccare esatto
dell'ottava ora di lavoro, indipendentemente da quale fosse l'ispirazione del
momento. Ma il puerile bisogno di icone rock faceva a cazzotti con quell'immagine,
e saperlo di nuovo colto da rabbia e fervore giovanile mi ha sollevato non poco.
Eppure la prima cosa che colpisce di Dig!!! Lazarus Dig!!!, fin
dal già sentito riff di chitarra che caratterizza la title-track, è che la ritrovata
goliardia sfogata con i Grinderman
si è risolta infine in suono più chitarristico sì, ma anche molto convenzionale.
Insomma il santone australiano è sceso sulla terra, e ora i suoi dischi
non sembrano più strani oggetti fuori dal comune (complice forse anche la perdita
nei Bad Seeds della sregolatezza di Blixa Bargeld), ma canonici documenti
del nostro tempo. E quello che Nick ha trovato, tornando nel mondo dei normali,
non gli deve proprio essere piaciuto, visto che queste canzoni utilizzano ancora
una volta riferimenti biblici ed evangelici assortiti per dichiarare il proprio
disgusto. "I draghi vagano per i viali dello shopping, sento che finiranno
per mangiarsi le nostre viscere" canta in The Night
OF Lotus Eaters, secondo una poetica sempre efficace nelle immagini,
ma ormai un po' ripetitiva nei temi. Da una parte il nuovo Cave vuole partecipare
al gioco cercando a gran voce colpe e responsabilità (We
Call Upon The Author), dall'altra, attraverso la constatazione che
Lazzaro è una vittima e non un miracolato perché mai si era sognato di chiedere
di poter tornare in questa valle di lacrime, reclama a gran voce il diritto di
chiamarsi fuori. Il disagio dell'artista è dunque evidente, perché alla
fine Dig!!! Lazarus Dig!!! suona come un irrisolto punto di svolta, dove Cave
scrive ancora i suoi soliti monologhi prolissi e verbosi (Moonland,
Jesus Of The Moon, Hold
On To Yourself), non trovando però nel nuovo sound la stessa tensione
di un tempo. Paradossalmente le vittorie arrivano laddove affiorano sonorità per
lui davvero insolite, come nella scandalosa morbosità di una Today's
Lesson da applausi, nei cori pop di Albert
Goes West o in quella Midnight Man
che sembra essere stata sputata fuori dalle sessions di Let Love In. Ma il Nick
Cave che più apprezziamo si palesa solo negli ottimi otto minuti finali di More
News From Nowhere, dove riappare pure la Deanna di Tender Prey intenta
ad appendere alla porta tutti i vecchi orrori vissuti nel passato, una sorta di
rito liberatorio di un cinquantenne in pieno "amarcord". Alla fine quindi,
con rinnovato orrore, devo ammetterlo: a parte il dimenticabile Nocturama, il
Nick Cave inquadrato e riflessivo sentito da Boatman's Call in poi aveva saputo
fare di meglio. (Nicola Gervasini) www.nickcaveandthebadseeds.com
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