Tra i figli adottivi del Texas, Slaid Cleaves è senza dubbio
uno dei nomi più interessanti dell'ultima generazione. Originario
del New England, immancabilmente ha dovuto cercare fortuna trasferendosi
ad Austin. Slaid si è così fatto le ossa, portando le sue
ballate da folksinger in territori più aspri, dominati da un secco
country-blues e da qualche vibrazione elettrica. La pubblicazione dell'ottimo
Broke Down (2000), lo ha finalmente imposto all'attenzione generale, grazie
allo stile limpido e alle storie malinconiche e marginali presenti nelle
corde della sua scrittura. Quattro lunghi anni, interrotti solamente dall'ep
Holiday Sampler, sono serviti a dare un seguito a quelle promesse. Un
silenzio coraggioso, specie se vieni additato come un astro nascente dalla
stampa locale. Le regole insegnano di sfruttare al massimo il momento
di gloria; Cleaves invece si è preso i suoi tempi, affidandosi
ancora una volta alla produzione e alle chitarre gracchianti di Gurf
Morlix, che si è portato in studio rodati collaboratori, tra
cui Rick Richards alla batteria e Ian Mclagan all'organo.
Morlix ha deciso di spostare sensibilmente lo stile, accelerando verso
un country-rock robusto e fieramente elettrico: nel passaggio si è
persa con ogni probabilità una parte del volto più lirico
di Cleaves, che rischia così di accodarsi ad una lunga lista di
mestieranti del genere. Wishbones è in ogni caso
un lavoro di squisita fattura, che insegna i trucchi per una buona scrittura
tra country, folk e rock'n'roll, nonostante affiori a tratti un certo
manierismo (Horses, Hearts Break). La title-track posta
in apertura inganna un poco: scritta a quattro mani con Ray Wilye Hubbard,
si appoggia al cello di Brian Standefer e prosegue la linea folk
tracciata in Broke Down. Qualcosa cambia a partire dall'honky-tonk di
Road Too Long, che guarda caso è una dedica tutta speciale
alla vita sulla strada dei camionisti americani. Tuttavia la voce sottile
e melodica di Slaid Cleaves non appare francamente adatta a cavalcare
certi luoghi comuni del Texas sound: ballate di grande respiro quali Drinkin'
Days e New Year's Day, la malinconia di Below e del
suo violino (Darcie Deaville), bozzetti roots dall'impianto acustico
come Quick as Dreams e Borderline (con l'ottimo mandolino
di Billy Bright) appaiono più connaturate al linguaggio
del protagonista. Al quale bisogna riconoscere senz'altro una certa dose
di umiltà, quando decide di appoggiarsi spesso ad autori esterni.
Questa volta è toccato all'amico Rod
Picott, vechia conoscenza di RootsHighway, con cui Cleaves
firma la bluesy Sinner's Prayer e interpreta una vibrante Tiger
Tom Dixon's Blues. Aria da bravo ragazzo e songwriter di vecchio stampo,
Slaid Cleaves saprà catturare le attenzioni di tutti quelli in
cerca di un valido country-rock d'autore
(Fabio Cerbone)
www.slaidcleaves.com
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