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Mandolin' Brothers, intervista |
La storia dei Mandolin' Brothers parte da molto lontano: avete affrontato diversi cambi di formazione negli anni. Cosa pensate vi abbia tenuto insieme in tutto questo tempo? È solo un questione di passioni musicali comuni o c'è stata una sorta di visione che ha unito i vecchi e i nuovi arrivati? J : Inizialmente
ci piaceva l'idea di essere una band, di poter suonare la musica dei nostri musicisti
preferiti. Poi col passare del tempo, trovando maggiore convinzione nei nostri
mezzi, abbiamo avuto una idea più personale, componendo brani nostri e proponendoli
nei concerti, fino alla realizzazione del primo cd "For Real". Con questa ultima
formazione, crediamo di essere finalmente completi ed affiatati. Avete sempre dedicato molta attenzione e pazienza all'incisione dei vostri dischi, pochi forse ma molto pensati. Ad ogni modo viene spontaneo chiedervi come mai sono trascorsi così tanti anni dal precedente lavoro For Real, ormai del 2001. Solo esigenze di tempo, impegni personali o qualcosa d'altro? J
: Purtroppo con il blues e generi limitrofi, in Italia non ci si campa ed avendo
tutti un "day job", famiglia, altri impegni,"disastri personali" ecc. i tempi
si sono fatalmente allungati. Cosa ci potete raccontare del lavoro di produzione con Massimo Visentin: mi pare davvero che sia stato un punto di svolta per dare un suono più maturo a questo disco, sbaglio? Raccontatemi un po' di come si è svolto il lavoro in studio di registrazione… Il ruolo di Massimo è stato fondamentale ed insostituibile, non solo dal punto di vista tecnico ma anche da quello "artistico": soprattutto ci ha indicato dove "togliere" , dove suonare meno per lasciare spazi di "respiro" e tenere solo le cose veramente necessarie e caratterizzanti. Inoltre ha usato alcuni "vecchi trucchi" per registrare molto interessanti… Sul sito della band (mandolinbrothersband.com) è pubblicata, sotto il titolo di "Genesi di Still Got Dreams", la storia delle registrazioni…con qualche aneddoto simpatico. Passando ad alcune canzoni: da dove nasce il testo per un brano come Saigon? Una suggestione cinematografica, Apocalypse Now mi pare ovvio, o qualcosa di più? J
: Sono cresciuto in un ambiente di sinistra e ho seguito molto, anche di rimando,
la guerra del Vietnam, quella che è stata definita "la prima guerra rock'n roll".
Si svolgeva in contemporanea con il massimo fulgore del rock e mi ha sempre molto
interessato. Ho letto dozzine di libri sull'argomento (ne posseggo una piccola
collezione), visto tutti i film e sono andato a verificare di persona nel 2002,
con un indimenticabile viaggio in Vietnam. Ho comunque sempre avuto una grande
passione per l'Asia in generale, che ho soddisfatto in molti viaggi, anche se
ho ancora tanto da vedere.
L'immaginario contenuto in alcune canzoni come la stessa Still Got Dreams,
ma penso soprattutto a Went to See the Poet o Carton Box sembra
legarsi moltissimo all'esperienza della letteratura beat e di un certo periodo
culturale americano: sono influenze concrete nella musica e nei testi dei Mandolin'
Brothers? Insane invece mi è parsa subito una delle canzoni più particolari, perché sembra discostarsi un po' dal vostro stile più "sporco" e bluesy. C'è una cura delle parti vocali e una generale atmosfera folk che rimanda quasi alla West Coast. Avete mai pensato di dedicare più attenzione a questa sorta di anima acustica della band, magari anche dal vivo? Certo, la passione per le atmosfere west coast non ci lascerà mai. Abbiamo anche un quartetto acustico con un repertorio diverso di canzoni, e ci stiamo lavorando per poterlo migliorare. E' comunque difficile, almeno nei concerti, rendere bene o almeno decentemente, brani con voci armonizzate e strumenti acustici, dato che spesso le situazioni tecniche che troviamo lasciano a desiderare…comunque ci piacerebbe prima o poi, riuscire ad avere un "acoustic set" in ogni nostro concerto, ed approfondiremo il discorso nel prossimo album. Il nome della band richiama immediatamente un preciso filone tradizionale della musica americana: dove nascono in realtà le radici musicali dei Mandolin' Brothers, quali gli ascolti che hanno formato il sound del gruppo? Le nostre radici musicali? Un enorme calderone …in principio Beatles e Stones. Poi Dylan, la west coast, Grateful Dead e CSN&Y in primis. Dagli Stones e dal British Blues abbiamo avuto lo spunto per conoscere e approfondire il blues originario del delta, di Robert Johnson, quello di Chicago di Muddy Waters, Howlin' Wolf ecc…e al di la dei Led Zeppelin non ci hanno mai interessato l'hard rock ed i suoi derivati. Però non dimentichiamo Ry Cooder, Tom Waits, Los Lobos, Steve Earle, il Boss ecc. ecc. La fortuna di crescere durante i '70 è stata anche quella di essere esposti a tutte le espressioni musicali e culturali possibili…tornando dal concerto di domenica scorsa, in macchina parlavamo di Coltrane e di Bach…abbiamo ascoltato di tutto e in un modo o nell'altro questo "tutto" ci ha influenzato ...e ne siamo felici ! Si conserva una forte matrice blues e southern all'interno del gruppo, e il finale con Midnite Plane e I'm Ready lo dimostra: come si sviluppa il suono dei Mandolin' Brothers dal vivo? Sentite la voglia e la libertà di improvvisare e ed allargare il vostro sound rispetto agli spazi più ristretti del disco? J
: Abbiamo ancora qualcosa da imparare riguardo alle dinamiche di un concerto live.
Cerchiamo comunque di rendere al meglio i nostri brani, spesso cambiando gli arrangiamenti
originali, magari dilatandone la durata e proponendo varie covers che ci piacciono,
in modo personale, o almeno così ci piace pensare. A questo proposito vorrei ricordare
che il 25 aprile allo Spazio Musica di Pavia, registreremo il nostro album live.
Siete tutti invitati.
Nel corso del 2007 avete avuto l'opportunità di suonare
alcune date negli States: cosa vi siete portati a casa dall'esperienza americana?
Dai musicisti che eventualmente avete incontrato e soprattutto dal pubblico americano,
dal loro modo di vivere la musica... Sembra esserci una scena italiana molto vivace in questi anni per il recupero di alcune sonorità roots americane, l'abbiamo toccata con mano anche sulle pagine del nostro sito. In particolare però penso ad un luogo come Pavia e ai musicisti che ruotano intorno a Spazio Musica, tra cui Maurizio "Gnola", i Rude Mood, recentemente Lowlands e Southlands. Sentite questo spirito di comunità e una certa vicinanza con altri musicisti? Certo, sentiamo di far parte di una sorta di comunità musicale …che è nata spontaneamente. Non dimentichiamo che in zona ci sono anche i Chicken Mambo, i Southlands, i FolksWagon con i quali ci sono scambi musicali e collaborazioni. Il collaborare, il confrontarsi ed essere in contatto con altri musicisti è stimolante e fonte di accrescimento musicale, personale e culturale. Come dicono i nostri comuni amici Marco Denti e Mauro Zambellini, facciamo tutti parte della "Scena dell'Oltrepò", che è in continua espansione.
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