Dirtmusic
Troubles
[Glitterbeat/ Glitterhouse 2013]


di Marco Denti

Il terzo capitolo dell'esperienza dei Dirtmusic è quello che arriva più vicino all'ispirazione e alle intenzioni originarie di Chris Eckman, Hugo Race e dei loro amici africani, in particolare Ben Zabo e il suo gruppo. In Troubles sono qualcosa in più di efficaci comprimari: sono Dirtmusic a tutti gli effetti e contribuiscono in modo determinante a rendere uniche le atmosfere di Fitzcarraldo, una canzone ipnotica che assembla percussioni e loop elettronici con grande equilibrio, o a determinare Wa Wa You dove basta la chitarra e la voce di Samba Toure a riportarci dritto nel Mali e nel deserto dei tuareg. L'intervento di Chris Eckman e Hugo Race in Wa Wa You è esemplare dell'approccio dei Dirtmusic in Troubles, visto che si accostano con misurata attenzione e tendono a condividere con i compagni di viaggio più spazi possibili. Ed è così che canzoni come La Paix o Take In On The Chin potrebbero benissimo stare in Chatma dei Tamikrest. Basterebbe giusto qualche piccola modifica, o la semplice traduzione delle parole e tanto basta per collocare il processo di osmosi tra i Dirtmusic e Bamako, dove tutto è cominciato a un nuovo e più intenso livello di reciproca attenzione e collaborazione. E' un work in progress che ha ancora molti margini di miglioramento per la sua definizione e che risente della natura instabile ed estemporanea dei Dirtmusic. In Troubles ha trovato una prima, parziale identità, forse persino un punto di non ritorno e che sia successo mentre su Bamako incombevano i "guai" della guerra non solo rende onore ai musicisti che si sono prodigati in condizioni (a dir poco) proibitive. E' anche un piccolo, coraggioso segno che ormai per risvegliare la "bellezza addormentata", come la chiama Chris Eckman in una delle canzoni di Troubles, bisogna essere pronti a tutto.

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Tamikrest
Chatma
[Glitterbeat/ Glitterhouse 2013]


di Marco Denti

Fino a ieri sulla scia dei Tinariwen, i Tamikrest hanno saputo ben presto distinguersi tra le tante voci del Mali, frontiera da cui sono arrivate le più belle novità musicali degli ultimi anni. Chatma è un ulteriore passo nell'evoluzione di un suono e di una visione che ha portato i Tamikrest a districarsi con maggiore dimestichezza tra le inflessioni occidentali e le proprie radici. L'apporto di Chris Eckman, ormai abbastanza esperto da muoversi senza esitazioni nei meandri della musica del Mali, ha fornito a Chatma un quadro di riferimento piuttosto che una cornice, un suono insieme moderno e rispettoso delle forme radicali della lingua e delle canzoni invece di una rivisitazione in chiave più o meno occidentale, una prospettiva e una luce che hanno fatto risaltare tutte le sfumature e le bellezze dei Tamikrest. Provate a inseguire le chitarre in Imanin Bas Zihoun o Achaka Achail Aynaian Daghchilan e scoprirete alcuni dei riff più geniali e innovativi del 2013. Lasciatevi trasportare dall'idea di dub dei Tamikrest in Itous, dove dicono, più con le immagini evocate delle parole, che "il deserto non è in vendita". Assecondate i cori, le percussioni, le tempeste elettriche che emergono in Djanegh Etoumast, Assikal, Toumast Anlet e scoprirete che le chitarre dei tuareg sono proiettate nel futuro più di tutte le altre rock'n'roll band del pianeta. E per trovare qualcosa di altrettanto rumoroso e trascinante di Takma bisogna ritornare ai Talking Heads di Remain In Light o al lato b War degli U2. Il parallelo è marginale e serve soltanto a rendere l'idea dell'eccellente livello raggiunto dai Tamikrest con Chatma, che è uno dei migliori dischi del 2013, una bella sorpresa e un segnale notevolissimo rispetto a tutta la musica in arrivo dall'Africa intera.

www.tamikrest.net/en

    





 


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