Over the Rhine
Love & Revelation
[
Great Specked Dog
2019]

overtherhine.com

File Under: eleganza folk

di Marco Restelli (11/03/2019)

Anche se non risalendo fino agli esordi, seguo gli Over The Rhine ormai da diversi anni. Questo duo di Cincinnati, Ohio, formato dall’affascinante Karin Bergquist e dal marito Linford Detweiler, ha iniziato la carriera nel 1991 pubblicando, da allora, una ventina di album tutti caratterizzati da un’elevata qualità. Il loro marchio di fabbrica è senza dubbio la capacità costante nel creare, attraverso le proprie canzoni, un’atmosfera coinvolgente e anche questo nuovo lavoro – dall’intrigante titolo Love & Revelation, espressione usata dal loro produttore storico Joe Henry nella sua corrispondenza con la band – è caratterizzato da tale passione e ugualmente da forza espressiva, proprio come quelle trasmesse dalla suggestiva immagine dei due cavalli in copertina. La loro musica folk è basata su arrangiamenti sempre essenziali, ma ciò che fa veramente la differenza resta la sensuale interpretazione della Bergquist. Le melodie sono tutte accattivanti e pur volendo cercare qualche filler risulterà difficile trovarne.

Per ovvi motivi di sintesi proveremo a concentrarci sui brani più belli, ma con l’avviso preventivo che anche gli altri non citati (pochi in realtà) meritano comunque attenzione. Los Lunas – che tocca il tema del lutto, come altri episodi nel disco – è da considerare, per quanto già anticipato, la ballata emblematica. Il brano apre degnamente l’album, con voce e musica che si fondono insieme in maniera perfetta, una slide guitar morbida accarezza l’ascoltatore dall’inizio alla fine, fungendo da tappeto sul quale la canzone scorre languida. Given Road, che parla della solitudine e della mancanza della persona amata, non è certo da meno, ma entrambe rappresentano solo un piccolo assaggio di quello che seguirà, perché il livello estetico sale ancora con la dolcezza di Let You Down (le voci dei protagonisti unite magicamente), ma soprattutto con Broken Angel – l’episodio che preferisco – dove il piano di Detweiler, i suoni di archi e i vocalizzi della cantante non lasciano tregua. Diverso, rispetto al resto, l’approccio dell’acustica title track, nonché singolo apripista: qui sono le percussioni a creare l’atmosfera e il resto è un vortice di emozioni, così che il suo unico “difetto” alla fine sarà soltanto la sua brevità.

Le fotografie della mente di Making Pictures (curata in una versione forse migliore di quella che apriva il loro l’ultimo disco Live From The Edge Of The World) e il mandolino della cullante Leaving Days continuano a regalare altri momenti degni di nota, mentre il finale del disco è tutto dedicato alla pace del cuore. Pace da ritrovare magari dondolandosi sotto un portico, in un fresco pomeriggio, seduti su una sedia a dondolo mentre si ascolta Rocking Chair o riposandosi sulle note placide del brano/preghiera May God Love You (Like You’ve Never Been Loved). Cosa potrei aggiungere se non che per gli amanti delle ballate folk raffinate questo Love And Revelation è da considerarsi ancora una volta imperdibile.


    


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