Van Morrison
Three Chords & The Truth

[Exile Productions/ Universal 2019]

vanmorrison.com

File Under: Van Morrison

di Silvio Vinci (14/11/2019)

Complicato descrivere un nuovo album di Van Morrison. Primo perché lui, “The Man”, il vocalist irlandese di Belfast, è una delle voci più belle del rock degli ultimi 50 anni; secondo, perché ha pubblicato 46 dischi, esclusi i live e le raccolte; e infine, perché la sua prolifica vena compositiva degli ultimi due anni ha prodotto la bellezza di 6 album (!), e perciò cosa possiamo scrivere ancora sulla sua arte e sulle sue opere? Poco o nulla, i dischi di Van si prendono a scatola chiusa, si mettono sul giradischi e li si lasciano andare via: è tutta splendida musica, anche senza sorprese. Da un'intervista rilasciata recentemente Van giustifica (ma ben vengano, grazie a Dio) la frequente pubblicazione di dischi con l’impellente urgenza di registrare musica, che partorisce a getto continuo (beato lui!), così come è intensa la sua attività live (a 74 anni), che lo ha visto davvero molto attivo di recente sia in Inghilterra, sia negli USA.

La grinta, lo script e l’intensità delle interpretazioni anche in questo ultimo lavoro è forte e riconoscibile, fossero anche solo “tre accordi” (dalla famosa frase attribuita all'autore country Harlan Howard, ndr), la sua “verità” è attuale e vibrante, e diventa impossibile trovare difetti a quest’uomo, che adoro (ma questa è una debolezza che mi porto dietro dal liceo), al contrario, rimango stupito dalla bellezza delle sue canzoni, che pur essendo sempre simili, possiedono quel qualcosa di unico, che è la sua traccia, la sua orma, straordinaria, pulsante, vitale e riconoscibile da sempre. Van Morrison suona la stessa musica - la sua musica - dai primi anni 70 ad oggi, con piccole variazioni sul tema, normalmente affidate agli ospiti che via via sono entrati a far parte nel suo mondo (vedi Brian Kennedy, Georgie Fame, Joey De Francesco, etc), macinando ballate, soul, folk, RnB, jazz, rock e tanto blues, tutte varianti musicali presenti anche su Three Chords and the Truth.

L’ultima fatica di Morrison, dal titolo esplicativo, è un gran disco, a mio parere uno dei capolavori dei suoi ultimi dieci anni di carriera, che scorre liscio e passionale, sia per la qualità dei brani, esattamente sovrapponibili allo stile anni 70 che lo distinse, sia per la grana tecnica. Ed è anche registrato molto bene, sembra quasi in presa diretta per esplosività e freschezza, impensabile per un artista che ne ha già fatti quarantasei! I musicisti sono i soliti, con la chicca del suo primo compagno di "viaggi astrali", il chitarrista Jay Berliner.

Compiere un'analisi dei quattordici brani è davvero esercizio sterile: ricordo solo il duetto con Bill Medley in Fame Will Eat The Soul, i testi di Don Black in If We Wait For Mountains, che aggiungono qualche colore in più ai sapori che abbiamo imparato a conoscere da tempo, e che si tratta di composizioni tutte nuove, originali. I brani che comunque mi hanno maggiormente ammaliato sono quelli più bluesy, genere che - pur essendo da sempre un suo tratto distintivo - specialmente negli ultimi album ha caratterizzato in modo massiccio la trama sonora delle sue composizioni (originali e cover), tra queste You Don’t Understand, Nobody in Charge e la stupenda title track Three Chords And The Truth. Van resta un eroe delle nostra musica e Three Chords and the Truth è disco da avere. Punto.


    


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