The Magpie Salute
High Water II

[Mascot Records 2019]

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File Under: classic rock resistance

di Pie Cantoni (24/10/2019)

Non si capisce se con High Water i Magpie Salute abbiano voluto ironizzare su quella che sembrava essere la loro situazione musicale: un inizio quasi da cover band, per seguire con un primo disco ufficiale che sembrava un insieme di outtakes, tutto all’insegna dei "corvi neri". In più, con i rumors insistenti su una reunion dei Black Crowes per il 2020, che suonano come un de profundis per la band attuale, questo secondo capitolo sembra destinato ad essere il canto del cigno di una formazione sin dagli esordi in lotta per trovare una vera e propria identità.

Nonostante i carichi da novanta che la compongono (Rich Robinson e Marc Ford alle chitarre, Sven Pipien, anch'egli già nei Black Crowes, al basso, John Hogg alla voce, Matt Slocum alle tastiere e Joe Magistro alla batteria), nel primo disco omonimo hanno esordito con un classico “né carne né pesce”, ovvero né una propria identità musicale, né tantomeno i nuovi Black Crowes (e con buona pace di tutti, il nome dei TBC sarà sempre accompagnato a qualsiasi cosa i due fratelli Robinson faranno nelle loro carriere soliste, nelle loro vite private e probabilmente anche nelle loro reincarnazioni future….). Il secondo disco, High Water I, portava invece su una strada più definita il gruppo, nonostante il tutto suonasse molto come b-sides scartate da sessions della band primigenia di Chris e Rich. Con questo High Water II però le cose forse cominciano a cambiare.

Già l’inizio zeppeliniano di Sooner or Later è carico di energia e di voglia di riscatto per il sestetto. Riff pesanti e intrecci di chitarre fanno capire come Rich e Marc siano una coppia di chitarristi ben affiatati. Un altro episodio interessante è Gimme Something, dove, fra Stones e Faces, si vira più sul classic rock con un bel tiro, venato di vintage. Altro brano adrenalinico, Leave it All Behind, che lascia spazio al rock screziato di soul di In Here il quale, fra organi, fiati e vibrazioni Stax, è un classico esempio della bravura compositiva di Rich Robinson. Non mancano ovviamente i pezzi più acustici come You and I o Lost Boy, brano quest'ultimo scritto a quattro mani da Ford e Robinson con Alison Krauss come ospite alla voce e violino, o la bellissima ballata per piano Mother Storm.

Certo, ci sono anche dei riempitivi, sempre ben suonati, ma che lasciano un po’ il tempo che trovano (A Mirror, Life is a Landslide o Turn it Around), ma nel complesso High Water II è il primo concreto sforzo di lasciarsi alle spalle l’ingombrante seppur confortevole passato, per lanciarsi in una nuova avventura. Una nota di merito anche per il vocalist John Hogg, che riesce finalmente a metterci del suo nell’interpretazione dei brani (bella prova in Where is This Place). Dalle acque alte, con questo secondo volume, pare che i Magpie Salute stiano finalmente veleggiando verso un futuro più chiaro e definito e noi, da orfani inconsolabili dei corvi neri, non possiamo che esserne felici. La classe di Rich Robinson e Marc Ford, che tanto lustro hanno dato ai Black Crowes, qui sembra scintillare di nuovo, per far sì che anche i Magpie Salute possano ritagliarsi il loro piccolo spazio nell’olimpo del rock.


    


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