Luther Dickinson & Sisters of the Strawberry Moon
Solstice
[
New West
2019]

lutherdickinson.com

File Under: folk blues

di Pie Cantoni (25/03/2019)

Luther Dickinson and Sisters of the Strawberry Moon è il nuovo progetto del prolifico figlio di Jim Dickinson, dopo aver fondato i North Mississippi Allstar, la South Memphis String Band, i Southern Soul Assembly e aver frequentato musicalmente gente come Jimbo Mathus, Anders Osborne, Sharde Thomas, Mavis Staple, RL Burnside e famiglia, Otha Turner e altri innumerevoli grandi nomi del blues e della musica southern. Dev’essersi divertito molto il buon Luther, stando alle sue parole: “la maggior parte del lavoro è stato accendere la miccia, è stato come fare una festa. Una volta che hai invitato tutti, puoi semplicemente sederti e lasciare che accada”.

In questo progetto sono coinvolti i Birds of Chicago (il cui disco d’esordio è stato prodotto proprio da Dickinson) nel brano di apertura, Superlove, con la voce carica di pathos di Allison Russell, in una perfetta ballata del sud, dolce e accogliente, laddove il contrabbasso segna il tempo sul quale ricamano violini e la chitarra di Luther. Un’altra vecchia conoscenza di chi segue le vicende di Luther da un po’ di tempo si affaccia in Fly With Me: Sharde Thomas, la nipote di quell’anello di congiunzione musicale che era Otha Turner, con il suo flauto, fa alzare il ritmo e si passa ad un tempo di marcia che fa venir voglia di alzarsi e cominciare a dimenar le anche. Anche Amy LaVere, contrabbassista e cantante di Memphis, compare in Hallelujah (I’m a Dreamer), brano dalle forti tinte tex-mex. In Like A Songbird That Has Fallen ecco apparire un’altra delle grandi presenze femminili della musica roots, Amy Helm, che presta la sua voce in una ballata che potrebbe già essere un classico della genere roots-country.

Le Como Mamas fanno la prima apparizione del disco (la seconda sarà in chiusura) nello spiritual Hold To His Hand (brano ripreso anche da Ry Cooder nella colonna sonora di The Long Riders, sotto il titolo Hold to God’s Unchanging Hand). Stranamente Luther non coglie l’occasione per suonare la sua slide, rimanendo defilato, ma paga un rispettoso tributo a un genere che l’ha influenzato profondamente. Amy LaVere è nuovamente la voce principale nel brano The Night Is Still Young, anche se il registro cambia rispetto al resto del disco, rimanendo più patinata e pop, il risultato finale è sempre di livello. Altri momenti topici del disco sono Sing to Me dove, in un doppio assolo, chitarra e clarinetto si sostengono e rafforzano vicendevolmente, e We Made It con Sharde Thomas, dotata di una forte tiro r&b. Pregevole ancora l’arrangiamento, fra archi, fiati e organo di Til It’s Gone, mentre la chiusura è affidata ancora alle voci cresciute nei cori delle chiese del sud delle Como Mamas con Search Me.

Versatilità è l’aggettivo che meglio definisce il modo di suonare deI chitarrista di Hernando, MS, ed è incredibile alla fine del disco, vedere come Luther Dickinson si trovi perfettamente a suo agio in brani così diversi tra loro, confermando la sua estrema capacità di adattamento e l’umiltà di piegare la sua bravura a servizio delle canzoni. Dopo la prova poco convincente con Colin Linden, Luther torna con Solstice e ci dimostra come la classe non è acqua... Fortunatamente, perché cominciavamo a preoccuparci.


    


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