The Allman Betts Band
Down to the River
[BMG
2019]

allmanbettsband.com

File Under: new wave of southern rock

di Paolo Baiotti (29/07/2019)

E’ evidente che molti aspetti in questa nuova band si ricolleghino alla gloriosa Allman Brothers Band. Devon Allman (voce e chitarra) è figlio di Gregg, Duane Betts (voce e chitarra) è figlio di Dickey… aggiungiamo il bassista Berry Oakley Jr. figlio dell’omonimo bassista del gruppo, morto prima della nascita del ragazzo. Né possiamo negare che la morte di Gregg, il ritiro (o quasi) di Dickey e uno stallo nelle carriere soliste dei tre abbiano avuto un peso nella scelta di lanciare un progetto comune di cui, in ogni modo, da anni si aveva sentore. I ragazzi non sono cresciuti insieme (sono stati allevati dalle rispettive madri) e non si sono frequentati prima del reunion tour degli Allman nell’89. Da allora si sono ritrovati spesso sul palco, pur avendo carriere soliste separate che si sono sviluppate tra alti e bassi, questo bisogna dirlo.

Devon, nato nel ’72, ha formato gli Honeytribe, poi ha creato The Royal Southern Brotherhood con Cyril Neville incidendo tre album interessanti; nel contempo ha pubblicato tre dischi da solista e nel 2017 ha formato il Devon Allman Project girando con Duane Betts come supporto. Proprio questi mesi di tour hanno rappresentato il punto di partenza della nuova formazione. Duane dal canto suo, nato nel ’78, dopo alcune esperienze minori (Backbone69 con Oakley e Whitestarr), ha suonato per anni nei Great Southern del padre, un’ottima scuola, ha collaborato con i Dawes e pubblicato un album solista nel 2018. Berry è del ’73, ha come patrigno Chuck Negron dei Three Dog Night e come padrino Robbie Krieger, con il quale si è fatto le ossa prima di formare i Bloodline con Joe Bonamassa. Ha suonato con i Blue Floyd, nei CNB con Negron e con Butch Trucks, restando sempre in retrovia.

L’esordio della Allman Betts Band, pubblicato da una major come la BMG, prodotto da Matt Ross-Spang (Jason Isbell, Margo Price) e inciso nei gloriosi Muscle Shoals Sound Studios non delude, pur mancando di un pizzico di coraggio nelle scelte musicali, in gran parte ricollegabili alle esperienze paterne. Il gruppo è completato dalla slide di Johnny Stachela, dalle tastiere di John Ginty (Robert Randolph, Jewel. Dixie Chicks), dalla batteria di John Lum e dalle percussioni di R Scott Bryan (Sheryl Corw), ma alle sessions hanno partecipato anche Chuck Leavell e Peter Levin alle tastiere. Alla voce si alternano Devon, con tonalità blues e soul e Duane, che richiama le tonalità country del padre; due cantanti validi, non eccezionali, che forse danno il meglio quando si accompagnano a vicenda. Tra i brani spiccano almeno cinque tracce notevoli: la ballata soul Down To The River, la splendida Autumn Breeze cantata da Duane con un’intro di chitarra e uno sviluppo che ricalcano lo stile del gruppo dei genitori, la morbida Good Old Days punteggiata dalla slide, la rilassata ballata Long Gone che ondeggia tra country e rock lasciando il segno e la rilettura intima di Southern Accents di Tom Petty con tocchi di piano e slide. Se aggiungiamo il country-rock Melodies Are Memories, la robusta partenza di All Night e la scorrevole Shining, tracce più che discrete, alla fine l’unico brano superfluo è Try, un rock-blues insipido.

Down To the River è un buon esordio; per capire la solidità del progetto occorre attendere il secondo disco, già in preparazione, e verificarne le potenzialità in concerto, il vero banco di prova per una formazione di questo tipo.


    


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