Laura Marling
Semper Femina
[Kobalt
2017]

lauramarling.com

File Under: semper Laura

di Fabio Cerbone (20/03/2017)

Ventisette anni compiuti da un mese e poco più, sei album di interesse crescente nella sua discografia personale, una nuova vita in America con il trasferimento a Los Angeles. Laura Marling vanta la biografia di una veterana e la maturità di un'artista giunta al culmine della sua ispirazione: di questi tempi un piccolo miracolo a pensarci bene, e certamente il segnale che il suo talento è davvero fuori del comune. Da regina della rinascenza folk inglese a cantautrice tutto tondo, sempre volta un passo oltre per accrescere il fascino delle sue ballate, sperimentando suoni, atmosfere, poesia di disco in disco. Semper Femina ruba senza remore un verso al poeta latino Virgilio, un pretesto per costruire un ciclo di canzoni che ha l'ardire di parlare delle donne dal punto di vista di una donna, giovane, affermata ma anche fragile e intima nella sua espressività.

Questo il sunto immediato di un disco più luminoso e acustico del previsto, che in parte riconduce Laura Marling verso i suoi timidi esordi, ma con la consapevolezza acquisita in questi anni e l'esperienza musicale dei precedenti capitoli. C'è respiro e luce nelle nuove canzoni, senso della tradizione che le alimenta, ma al tempo stesso una padronanza del linguaggio folk che si apre alla modernità, merito di una nuova produzione, Blake Mills, che porta dentro ritmiche più sinuose, bassi più paffuti e sintetici, qualche passaggio melodico che accenna trame pop. Niente che stravolga l'impronta della Marling, giovane poetessa dell'animo femminile fra candida introspezione e profonde osservazioni. Mills è chitarrista ricco di inventiva eppure parsimonioso, che lascia un segno: mai banale nelle scelte (sentitelo danzare in Always This Way), il suo lavoro con Alabama Shakes, Jim James, Dawes e decine di altri trascina Laura Marling verso il serpeggiante incedere del primo singolo, Soothing, brano accompagnato da un allegorico video che sembra sottolineare, attraverso i corpi delle due donne protagoniste, le tesi di fondo dell'album.

Quest'ultimo non ha forse le velleità di un vero e proprio concept, ma senza dubbio ruota attorno alle tematiche di scoperta della propria essenza di donna sfruttando canzoni che si presentano come l'altra faccia della medaglia rispetto al predecessore Short Movie. Qui l'elettricità si dilegua nel chiarore di The Valley per riemergere poi subdola nell'ordito psichedelico di Don't Pass Me By, tesa e sensuale nell'interpretazione di Laura Marling, e nel finale di Nothing, Not early, ballad che quasi si tinge di delicati colori Americana, prima di sfumare in un minuetto di arpeggi acustici che ha il compito di spegnere le luci dello studio. Anche la voce è stata educata a queste nuove direttive e non ha mai cantato con tale confidenza: lo dimostra l'afflato soul della splendida Wild Fire, l'eleganza di Wild Once, fra picking acustici e lievi archi di sottofondo che si gonfiano sulla distanza, e ancora il più puro esercizio folk del disco, Nouel, da cui proviene direttamete il verso "incriminato" di Semper Femina.


    


<Credits>