Kacy & Clayton
The Siren's Song
[
New West
2017]

kacyandclayton.com

File Under: Atlantic shores

di Fabio Cerbone (01/09/2017)

Dalle sterminate distese del Saskatchewan, Canada al famigerato The Loft di Chicago, studio casalingo di Jeff Tweedy, dove il timoniere dei Wilco ha preso sotto la sua ala protettiva i due cugini Kacy Anderson e Clayton Linthicum, nuove promesse del rinascimento folk nord-americano. In verità nulla è davvero stravolto da Strange Country, esordio coi fiocchi in casa New West che poco meno di due anni fa lasciava emergere la musica fuori del tempo di questi ragazzi, cresciuti in un grande ranch a dodici miglia dal confine con il Montana, isolati dal mondo e conquistati dal fascino antico dei vinili della Carter Family e Doc Watson.

The Siren's Song
è il naturale sviluppo delle tematiche e dello stile del predecessore, con una nota di elettricità in più, qualche guizzo più originale e soprattutto un repertorio che tende a staccarsi dalla tradizione (in passato diversi gli standard folk affrontati), per proporre oggi otto canzoni firmate da Kacy & Clayton e una sola "anticaglia" acustica dalla memoria dimenticata, la chiusura di Go and Leave Me. La seduzione musicale della coppia è intatta: la voce eterea e levigata di Kacy, quel timbro che giustamente ha sobillato ricordi di un folk britannico, tra la musa Sandy Denny e qualche dimenticata protagonista d'epoca, la chitarra di Clayton, mistica, psichedelica, tra folk rock e visioni californiane. Il compromesso del duo sta tutto qui e unisce appunto "madre patria" e "colonie", Inghilterra e Nuovo Mondo americano, con l'aggiunta adesso di un produttore, Tweedy, che sembra dare fiducia all'immaginario sonoro e tematico dei due giovani musicisti. Il riferimento sono le muder ballards, l'eredità dell'Antologia di Harry Smiths, tutto quell'universo di misteri, tragedie, comunità e solitudini, vissute in qualche modo in maniera diretta da Kacy & Clayton, vista la loro collocazione geografica.

The Light of Day è la sublimazione di questo incontro fra antico e moderno, una chitarra elettrica più frizzante, le voci come fantasmi, il ritmo asciutto, qualche eco sixties che non ha mai fatto difetto anche nell'album precedente e la formula è scritta. Il disco è breve, una caratteristica che Kacy & Clayton sembrano voler mantenere, quasi a distillare l'essenza delle loro ballate, ma ne guadagna la fotografia d'insieme: dalla dolcezza cullante di Just Like a Summer Cloud ai ricami folkie ancestrali di Cannery Yard non ci sono note superflue, pur mantenendo una ricchezza di timbri che Clayton arrichisce con piano e pedal steel e Kacy affina con il suo fiddle. Tweedy non fa che accentuare di poco la sezione ritmica e il gioco è fatto: A Lifeboat fluttua leggera su una bruma psych-folk che unisce il Laurel Canyon con le coste inglesi; White Butte Country, dove Clayton prende le redini del canto (un po' più insicuro della cugina), si getta proprio a capofitto verso la California, spargendo riflessi country rock alla Gene Clark, e così The World Has Seben Wonders la tallona da vicino, con la differenza della grazia di Kacy, interprete che sospende la musica del duo in un limbo.

Il climax nell'intesa fra la sua vocalità celestiale e il picking cristallino di Clayton avviene proprio tra le volute folk psichedeliche di The Siren's Song, title track che evoca racconti marinareschi come se fossimo su una nave di padri pellegrini lanciati verso l'America da rifondare.


    


<Credits>