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guitar maestro di
Nicola Gervasini (21/07/2014)
Si
dirà che a fare un bel disco con queste canzoni son bravi tutti, si dirà che Richard
Thompson è uno che non ha ancora avuto vistosi cali di ispirazione, che da
quarant'anni praticamente non sbaglia un colpo, e che forse non avrebbe neanche
bisogno di concedersi una pausa per un disco autocelebrativo come Acoustic
Classics. E si dirà che un disco acustico non è mai sulla carta un qualcosa
che attira troppo, soprattutto da parte di un artista che ha fatto dell'elettrizzazione
di un mondo tradizionale la propria bandiera. Ma Richard Thompson spiega che se
ha preso i quattordici brani forse più noti del suo songbook e li ha rifatti in
solitaria non è perché aveva bisogno di una nuova dispensa delle sue lezioni di
chitarra, ma perché sentiva che questi brani necessitavano di una rilettura scarna
ed essenziale che suonasse attuale, e che l'ormai vecchio Small Town Romance del
1984 era diventato inadatto a rendere bene l'idea di un suo concerto acustico.
Acoustic Classics serve dunque a preparare il pubblico ai suoi tanti concerti
da one-man-band, visto che girare il mondo con la band ormai ha costi proibitivi
per tutti, oppure semplicemente Richard ha pensato di movimentare un già previsto
appuntamento con un greatest hits (che di hit non si tratta, visto che lui le
classifiche di vendita le ha sempre viste da lontano). Perché poi Acoustic Classics,
con il suo pregio di pescare da produzione vecchia e nuova, è un piccolo viaggio
nelle sue canzoni più importanti, con classici riconosciuti come Dimming Of
the Day, Walking On A Wire e I
Want To See The Bright Lights Tonight e splendidi capolavori della
sua era matura come Beeswing o I Misunderstood
(forse il suo unico brano ad aver provato a diventare anche un singolo da classifica
nel 1991, con produzione levigata e radio-friendly, e elegante video per Mtv).
Il risultato è di livello superiore, inutile quasi dirlo, l'uomo resta
un maestro in grado di tenere alta la tensione anche senza orpelli in sede di
arrangiamento, per cui la garanzia di qualità è scontata. Resta un prodotto che
mira a due categorie di ascoltatori ben precise: da una parte i fans e completisti,
che certo non potranno vivere senza una nuova versione di Shoot
out The Lights (e che versione!), dall'altra magari qualche neofita
(ma ne esistono ancora?) che voglia una piccola introduzione al personaggio. Certo,
manca la sua fedele Fender Stratocaster azzurrina, e non è poco, ma per quella
la sua discografia offre talmente tanti titoli di livello che, anche pescando
a caso, si cade bene. Qui non è tanto il disco ad essere imprescindibile, quanto
proprio l'artista nel suo complesso.