Patti
Smith Twelve
[Columbia/
Sony 2007]
"Lato A"- Lei
è una intoccabile icona, una delle artiste più discusse dell'Olimpo dei grandi
nomi della musica moderna, ma pur sempre la prima musa ispiratrice di ogni donna
che abbia voluto masticare il verbo rock negli ultimi trent'anni. Il repertorio
scelto per il suo primo album di cover è ancora più intoccabile: se si fa eccezione
per i Tears For Fears, sono tutti suoi coinquilini dello stesso paradiso, dai
Rolling Stones a Hendrix, passando per Beatles, Doors, Allman Brothers Band, Stevie
Wonder, Jefferson Airplane,.... Le sue interpretazioni sono spesso azzeccate,
con la solita preferenza per i momenti più ritmati (Gimme Shelter o la
bellissima Changing Of The Guards di Dylan sembrano davvero essere state
scritte per lei), rispetto alla sua storica tendenza alla nenia nei pezzi più
lenti (su Helpless di Neil Young, Nick Cave aveva fatto forse meglio…ma
sulla rallentata Smells Like Teen Spirit dei Nirvana fa miracoli). I suoni
sono molto belli, la band è quella di sempre, compreso il fido Tom Verlaine
e due ospiti di riguardo come Flea dei Red Hot Chili Peppers e Rich
Robinson dei Black Crowes. Tutto perfetto dunque: Twelve era
da 4 stellette già sulla carta, figuriamoci poi quando lo si ascolta e si scopre
che Patti Smith ha fatto le cose per il meglio, regalandoci un oretta di
puro godimento di old time music. Impossibile resisterle. "Lato
B" - Sì, va bene, ma qui siamo al puro onanismo da cariatidi del rock!.
Cosa stai cercando di dirci Patti con queste 12 canzoni?. Forse qualcosa tipo
"Guardate che le nuove generazioni possono arrabattarsi ad imitarci quanto vogliono,
ma NOI siamo irraggiungibili"?. Oppure che dopo i Nirvana c'è stato il nulla,
che tutto è finito con quello stramaledetto colpo nella testa di Kurt?. E mi sembrava
che negli anni ottanta tu avessi notato cose più interessanti di una insulsa canzonetta
come Everybody Wants To Rule The World (When Doves Cry di Prince ad esempio);
e se proprio ti piacevano i Tears For Fears, perché almeno non azzardare la ben
più difficile ed originale Shout, avresti dato prova di maggior coraggio!. Nessuna
di tutte queste cover potrà mai battere l'originale e tu lo sai bene, perché qui
stai giocando con merce che è già mitologia, proprio come lo sei tu, e non certo
grazie a questo disco. Potevi fare un album a tema su Dylan come Bryan
Ferry, potevi rivangare gli anni ottanta come ha fatto l'anno scorso
Grant
Lee Phillips, potevi provare a confrontarti con autori giovani come
ha fatto Marianne Faithfull o più maldestramente Rod Stewart quando nel 1998 ha
"coperto" Oasis, Primal Scream e Skunk Anansie: tutte scelte altrettanto inutili,
ma più dignitose o audaci di questo sterile guardarsi allo specchio per ribadire
che il vero rock ha i capelli bianchi: lo sapevamo già cara Patti, ma adesso basta
ricordarcelo ancora con una strafottenza che merita 2 stellette! (Nicola
Gervasini) La scaletta di Twelve:
1. Are You Experienced? [Jimi Hendrix] 2. Everybody Wants To Rule The
World [Tears for Fears] 3. Helpless [Neil Young] 4. Gimme
Shelter [Rolling Stones] 5. Within You Without You [George Harrison]
6. White Rabbit [Jefferson Airplane] 7. Changing Of The Guards [Bob
Dylan] 8. The Boy In The Bubble [Paul Simon] 9. Soul Kitchen [The
Doors] 10. Smells Like Teen Spirit [Nirvana] 11. Midnight Rider
[Allman Brothers] 12. Pastime Paradise [Stevie Wonder] www.pattismith.net
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