Billy Bragg & Joe Henry
Shine a Light: Field Recordings from the Great American Railroad
[Cooking Vinyl 2016]

www.billybragg.co.uk
joehenrylovesyoumadly.com

File Under: Waitin' for a Train

di Fabio Cerbone (22/09/2016)

 

Come along and ride this train
Cross the mountains prairies reservations
Rivers levees plains
Come along and ride this train
(Johnny Cash - "Ride this Train")

L'America è stata costruita (anche) sulla mitologia del treno. Tra un punto e l'altro dell'immensa distesa della nazione, la ferrovia ha creato connessioni fra luoghi, persone e comunità, rendendo meno spaventoso l'isolamento umano nella proverbiale wilderness americana. La forza di questa trasformazione, che ha condotto il paese verso la prepotente modernità e ne ha generato anche uno scradicamento umano, è stata da sempre testimoniata dalle canzoni folk, intese proprio nell'accezione più profonda possibile, come racconti popolari, riflessi sulla vita quotidiana della gente. Shine a Light, sottotitolo "Field Recordings from the Great American Railroad" ha esattamente l'ambizione di evocare questo eterno rapporto, un omaggio filologico e al tempo stesso un percorso di ricerca che affascina innanzi tutto per la sua stessa concezione.

Qui non è davvero il caso di tentare un'analisi tecnica sui singoli aspetti musicali, perché non pare il senso che i musicisti coinvolti avessero in testa: due voci, due chitarre, un'armonica che si affaccia di tanto in tanto, Shine a Light è un'antologia di anticaglie ridotta all'osso, una registrazione d'ambiente che non fa nulla per "imbellettare" i suoi tredici episodi. Sono ballate scarne, folk blues più e meno celebrati, persino ascoltati in mille versioni, dove l'idea, il tributo, la suggestione conta assai più del disco in sé. Protagonisti Billy Bragg e Joe Henry, anime diverse e complementari, conosciutisi durante la collaborazione all'ultimo lavoro di studio di Bragg, Tooth & Nail, prodotto dallo stesso Henry: il primo un inglese da sempre innamorato dell'America (e di Woody Guthrie in particolar modo, vedere alla voce Mermaid Avenue), il secondo un americano che ne ha spesso narrato gli aspetti più intimi e poetici, con una spiccata cifra letteraria.

Insieme hanno percorso quasi tremila miglia, dalla Union Station di Chicago fino a Los Angeles, su un treno della Texas Eagle Railroad Service, sessantacinque ore di viaggio fermandosi fra sale di aspetto, saloni, binari e catturando così in presa diretta la relazione fra i luoghi, ovvero sia le stazioni, e le canzoni che ne hanno celebrato il mito. Dalla Rock Island Line resa popolare da Leadbelly (e che Bragg ha imparato, come molti inglesi, nella versione del re dello skiffle Lonnie Donegan) fino alla Early Morning Rain di Gordon Lightfoot, trascorre quasi un secolo di railroad songs. Ci sono classici conosciuti e reinterpretati da centinaia, come The Midnight Special e John Henry, ballate che invocano i fantasmi di Jimmie Rodgers (Waiting for a Train) e Hank Williams (Lonesome Whistle), blues di strada come la KC Moan della Memphis Jug Band, folk degli Appalachi (la commovente The L&N Don't Stop Here Anymore di Jean Ritchie), concessioni ad un mondo relativamente più vicino a noi, nel caso della dolcissima Gentle on My Mind di John Hartford (successo per Glen Campbell nel '67), ciascun episodio declinato in un gioco di intesa dove Bragg sembra ricoprire il ruolo del folksinger più passionale e burbero, Henry quello dell'interprete più elegante. Questione di tonalità e inflessioni, che si alternano volentieri e a volte si uniscono, come accade in Railroad Bill e nell'immortale In the Pines dell'amato Leadbelly (conosciuta anche e forse più come Where Did You Sleep Last Night).

Una lezione di storia, per fortuna lontana dall'accademia: un gesto semplice se volete, e un album altrettanto poco costruito, forse meno necessario per chi già conosce questa lunga epica americana, ma insostituibile per tenerla in vita e alimentarne l'oralità.



    


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