[Home] | ||
|
Joan
Baez
Sono passati dodici anni dalla
pubblicazione di questo live album, pensato in origine come una sorta di riconoscimento
alla meravigliosa carriera di Joan Baez, con ospiti di rilievo, quasi tutti
al femminile che incarnavano ed incarnano ancora l'essenza della musica folk americana.
Quel disco era però un riassunto delle due serate tenute al Bottom Line di New
York City, soltanto quindici canzoni che non rendevano giustizia all'operazione.
Così quest'anno la Proper ha deciso di ristampare il disco con un bonus cd che
include molti dei brani rimasti fuori a suo tempo e ci permette di assaporare
quasi nella sua interezza un viaggio dentro le radici della musica tradizionale
americana passando attraverso tutto l'universo musicale della Baez. Con un ensemble
totalmente acustico e circondata da personaggi del calibro di Kate e Anna
McGarrigle, Tish Hinojosa, Mary Chapin Carpenter, Mimi Farina,
Dar Williams, Janis Jan, Indigo Girls, Joan Baez dà vita
a quella che è stata definita la prova dal vivo più convincente della sua lunga
carriera, aprendo il suo scrigno musicale e sciorinando una serie di perle davanti
alle quali anche l'ascoltatore meno attento non potrà fare a meno di trattenere
il fiato. Il primo disco, che si apre con The Lily Of The West in un'appassionata
versione, vede subito dopo la presenza di un inedito, Love Song To A Stranger,
composto dalla Baez negli anni'70, quindi il traditional And The Band Played
Waltzing Matilda, il bel brano di Chris Smither Don't Make Promises
e due chicche al pianoforte: Jesse e Ring Them Bells, appunto, che
fanno salire il termometro delle emozioni e ci preparano al prosieguo del concerto,
che trova la sua sublimazione nel secondo disco. Quest'ultimo si apre con una
folk song che in Italia conosciamo per la splendida versione che ne diede Faber
de Andrè, Geordie, dal repertorio tradizionale inglese: anche in questa
veste la resa che ne fa la Baez è sicuramente di livello. You Ain't Goin' Nowhere
di Bob Dylan e Suzanne di Leonard Cohen in successione accontentano senza
dubbio anche i palati più esigenti per le cascate di note che si intrecciano con
la voce di Joan, ancora in grado di strappare vere emozioni. La sequenza finale
è semplicemente da brivido: Gracias A La Vida è ormai da anni stabilmente
nel repertorio della cantante americana. Questa versione in duetto con Tish Hinojosa
è veramente la migliore che abbia mai sentito. Le Indigo Girls impreziosiscono
con le loro voci il traditional The Water Is Wide, uno dei punti più alti
dell'album e continuano la magica alchimia in Don't Think Twice It's All Right,
un altro brano che non ha bisogno di presentazioni o spiegazioni. Stones In
The Road vede invece Mary Chapin Carpenter a duettare in una sua canzone,
anch'essa nel repertorio della Baez, semplicemente due chitarre acustiche e due
voci ma al servizio di un altro dei brani più belli di questo disco. Diamonds
And Rust non può mancare, sempre splendida, ponte di cristallo verso il gran
finale: signori, The Band. The Night They Drove Old Dixie Down eseguita
senza accompagnamento musicale, solo voce, è il sigillo su questo appassionante
viaggio attraverso la storia della canzone americana guidati da un'interprete
che non ha eguali |