[Home]
 
 
Acquista (#pubblicità)
Condividi
     
 

The J. & F. Band
Star Motel
An American Music Experience

[Long Song records 2024]

Sulla rete: longsongrecords.bandcamp.com

File Under: free musical journey


di Marco Denti (07/09/2024)

È difficile resistere a un’ouverture come Route 66, messa lì all’inizio di una lunga circumnavigazione sonora che sembra provenire non soltanto da un altro spazio, ma persino da un’epoca indefinita. La Mother Road è l’alba e il tramonto di ogni viaggio americano e la versione offerta della J. & F. Band è originale perché da una parte rallenta la canzone fino a farla diventare una sorta di tema jazzato, rarefatto e sincopato, dall’altra la usa come trampolino di lancio per gli inserti strumentali che si susseguono di volta in volta e che riflettono l’eclettismo dei musicisti che riescono a generare una piccola suite, molto affascinante e vicina a una colonna sonora.

La doppia batteria (Jaimoe e Tiziano Tononi) sostiene e spinge con energia inusitata e si sente anche in Star Motel, una canzone originale che si snoda attraverso le immagini delle parole non meno che quelle evocate dalle intersezioni di chitarre (Bobby Lee Rodgers, Craig Green, David Grisson), violino (Emanuele Parrini) e sassofono (Jon Irabagon) e tastiere (Paolo Durante), tutti coadiuvati e coordinati dal basso di Joe Fonda.

Se per due punti passa una linea, le soluzioni di Route 66 e Star Motel sono più che sufficienti a dare un’indicazione sulle atmosfere sonore sviluppate dalla J. & F. Band. Non che ci siano particolari stravolgimenti rispetto al passato (dove si erano già espressi con altrettanta qualità, ricordiamo almeno Me and the Devil), ma vuoi per il concept coraggioso, vuoi per la coesione maturata, qui suonano più portentosi che mai. Si possono sentire gli Allman (oltre alla presenza di Jaimoe, Star Motel è dedicato a Dickey Betts) e i Dead, Santana e i Traffic nonché la Marshall Tucker Band con una rivisitazione spaziale di Take The Highway, ma dentro tutti i riferimenti impliciti ed espliciti la J. & F. Band ha saputo ricamarsi un’identità propria tra raffinate riletture, derivazioni jazzistiche, improvvisazioni fulminee e, in generale, uno spirito “free” che ormai è un bene tanto prezioso quanto raro.

Musica libera da qualsiasi schema capace di passare da Mingus a Jimmy Reed senza esitazioni perché l’afflato è quello di un ensemble aperto a tutte le soluzioni e se un disco dedicato alle “long song” (qui ci sono brani che durano anche più di un quarto d’ora, e anche i finali diventano piccole suite) non basta, la J. & F. Band ne ha inciso un altro di strumentali dove le peculiarità di ogni musicista emergono ancora di più. Sono tutti talentuosi, ma vogliamo ricordare almeno David Grissom che spesso con la J. & F. Band lo troviamo molto più ispirato che in altre occasioni.

Tutto questo è reso possibile da un produttore e discografico, Fabrizio Perissinotto, che da un bel po’ di tempo si dedica alla creazione di dischi come non se ne fanno più: idee, arrangiamenti e scelte all’insegna della libertà di espressione, registrazioni e qualità sonore impeccabili (ascoltate Star Motel a un volume folle e diventerà davvero “un’esperienza musicale americana” a tutto tondo), confezioni semplici, ma molto eleganti. L’unica guida è la passione, ma giunti a questo punto, dovreste averlo capito da soli.


    


<Credits>