File Under:
westernitaliana di
Fabio Cerbone (26/10/2016)
Anticipato
da un tour europeo, compresa qualche data italiana in settembre, prima di debuttare
ufficialmente sul proscenio di Austin con un party di presentazione alla fine
di questo mese, il quinto lavoro di studio di Giulia Millanta giunge alla
conclusione di una progressiva maturazione come autrice e musicista, senza dubbio
il disco più centrato e affascinante della sua produzione, oltre che dal forte
respiro internazionale. Il folk rock di partenza, l'inevitabile bagaglio melodico,
la scrittura divisa fra italiano e inglese (ma non solo, come accadde già di notare
in passato), oggi sembra avere lasciato il passo quasi definitivo a una serie
di ballate elettriche e rock desertici che profumano di West americano, di visioni
e grandi orizzonti, pur non perdendo di vista una certo approccio pop e una caratteristica
"mediterranea" nel dispiego di alcuni passaggi vocali.
Ci sembra di notare
chiaramente questa unione nella stessa Shaky Legs,
a cui è affidata l'apertura, nella drammatica There's a Bridge e in Silvery
Gown, ma più in generale in un sound spesso scuro e teso che lega bene istinti
rock'n'roll, walzer desertici e sensibilità da moderna Americana (4th
and Vodka, tra le migliori della raccolta nel suo incalzare, Motel
Song, The House Always Win). La "funambola" di origini toscane - definizione
quanto mai perfetta anche a livello biografico, presa a prestito da un suo precedente
album del 2014 - ha ormai messo radici stabili in Texas, luogo in cui si è trasferita
nel 2012. Un sogno coronato con tenacia, ma anche con il talento di saper coalizzare
intorno a sé ottimi musicisti locali e non solo, fino a raggiungere il parterre
di tutto rispetto che arrichisce le incisioni del qui presente Moonbeam
Parade.
Segno che Giulia è stata pienamente accolta dalla comunità
artistica di Austin, democratica, affollata ma anche piena di concorrenza, va
ricordato, adesso direttamente coinvolta nella stesura e nella registrazione del
materiale: due infatti i brani co-firmati con Gabriel Rhodes (Play with Fire)
e il redivivo Michael Fracasso (If You Ask Me) e sostanziali gli interventi
in studio dei chitarristi Charlie Sexton e David Pulkingham (Alejandro
Escovedo band), di Glenn Fukunaga (Joe Ely) al basso e dello stesso produttore
George Reiff (Band of Heathens), fino alla comparsa di Howe Gelb nel duetto
di R&R Suicide, omaggio a David Bowie che
Giulia Millanta traduce in parte in italiano, affidando a Gelb la controparte
inglese.
Registrato per buona parte in presa diretta, con un passaggio
netto di Giulia Millanta alla chitarra elettrica, come lei stessa ci tiene a sottolineare,
Moonbeam Parade è influenzato da questa svolta più rock e allo stesso tempo sembra
far affiorare i "luoghi oscuri" e i sentimenti dell'autrice in canzoni dal tratto
più emozionale, affrontando dubbi e paure e dall'altro lato gettando lo sguardo
in nuove speranze.