Ci sono voluti 46 anni per arrivare a questo disco,
lo afferma la stessa Heather Little, cantautrice texana poco nota
al pubblico, ma di quelle figure che operano nell’ombra, stimate dai colleghi,
capaci di scrivere canzoni che attirano l’attenzione di musicisti più
famosi (qui trovate, per esempio, Gunpowder & Lead, traccia conclusiva
firmata insieme a Miranda Lambert) e spesso trovano una seconda possibilità
nelle interpretazioni altrui, tanto da regalare all’autrice un prestigioso
BMI awards, premio di settore dedicato al songwriting. È giunto il momento
però di esporsi in prima persona, anche sulla copertina di questo sorprendenteBy Now, una delle opere migliori in ambito Americana in questa
primavera del 2024, e certamente un distillato purissimo di quello che
può rappresentare la tradizione country folk della terra da cui proviene
Heather.
Con un cast di prima scelta ad accompagnarla in studio, una ventina di
musicisti tra cui spiccano le chitarre di Audley Freed (ex Black Crowes),
Jared Tyler (Malcolm Holcombe) e Duke Levine, l’accordion di Stefano Intelisano,
la batteria di Paul Griffith, la pedal steel di Russ Pahl, il violino
di Eamon McLoughlin, oltre a una serie di duetti e partecipazioni che
accrescono il valore in sé delle canzoni (tutto merito della protagonista,
a scanso di equivoci), queste tredici canzoni affrontano i temi di un’intera
esistenza, quella di Heather Little e di chi ha incontrato sulla sua strada,
con una sensibilità per il lato duro della vita, mettendosi a nudo in
versi che parlano di scelte sbagliate, matrimoni falliti, abusi famigliari,
ma anche amore e accoglienza, imparando dai propri errori.
Un campionario di ballate dal suono in prevalenza acustico, solo leggermente
elettrificato quando occorre, dall’animo intimo per meglio esaltare le
liriche e la stessa voce, limpidissima, della Little, ma attraversate
anche da una raffinatezza della strumentazione che centellina ogni nota,
grazie alla produzione di Brian Brinkerhoff e Frank Swart, titolari della
stessa etichetta Need to Know. Sono loro che hanno convinto Hearter Little
a fare questo passo, tornando a incidere a più di dieci anni dal suo unico
album precedente, Wings Like These, del lontano 2013.
Li ringraziamo per averci restituito una songwriter dalla qualità indubitabile,
che apre il disco con il racconto rurale di Five
Deer Country, in duetto con la voce di Rusty Van Sickle, ballad
segnata dal banjo di Joe Newberry e dalla chitarra del citato Freed, dai
languidi toni sudisti. A seguire c’è la più accorata e acustica Hands
Like Mine, con la presenza dell’amica Patty Griffin,
un nome che emergerà più volte come termine di paragone per la stessa
Heather Little: simili appaiono le voci e l’approccio interpretativo,
per un brano che indaga il fallimento di un matrimonio affrontato in giovane
età. La Griffin tornerà in seguito a duettare in This Life Without
You, somigliante nell’impostazione country folk molto asciutta. Pochi
e dosati i passaggi “elettrici”, come anticipato, ma di grande effetto:
il country rock avvolto dai riverberi di Transistor Radio, la luminosa
melodia di Saint Christopher, con
la partecipazione di Crystal Bowersox, che ricorda da vicino un’altra
collega di Heather, più nota tra gli addetti ai lavori che al grande pubblico,
come Lori McKenna.
Aggiungiamoci infine il nome di una madrina quale Mary Chapin Carpenter,
magari quella più introspettiva di certi album recenti, confronto che
emerge dall'ascolto di Razor Wire, dell’elegante e pianistica Landfall
o della dura confessione di My Father’s Roof, impreziosita dalla
tromba d Kami Lyle, e avremo sotto gli occhi i contorni nitidi di By
Now, un album dove contenuti, suono e interprete si esprimono con
una sola voce, brillante.