[Home]
 
 
Acquista (#pubblicità)
Condividi
     
 

Nathan Graham
Saint of Second Chances
[Pravda Records 2023]

Sulla rete: nathangrahammusic.com

File Under: americana&soul


di Pie Cantoni (16/01/2024)

Cantautore con influenze soul e rhythm'n'blues, Nathan Graham arriva dalla gavetta, dal prestare la propria opera a favore di altri, finché non ha scoperto che la sua voce e la sua capacità di scrivere brani potevano essere usate a suo favore e piegate al suo servizio. Nativo di Chicago, dove la “scuola” musicale è come un Phd a Harvard, Graham è qui al suo primo disco solista. Chitarra cadenzata e voce possente sono le prime caratteristiche che saltano all’occhio, ma non è tutto qui: le canzoni hanno tiro, la band che lo segue (Ian Tsan alla batteria, John Macneil al basso, Cody Messick alle chitarre, Michael Maimone alle tastiere) è affiatata e c’è groove.

I primi due brani, Pride e Fake Friends, fanno venire in mente il quasi omonimo Nathaniel Rateliff, così come Somebody Else. In tutti e tre gli episodi l’organo e il piano fanno un gran lavoro di riempimento del suono, peccato però per la mancanza di fiati, che avrebbero sicuramente infiocchettato meglio il prodotto finito. Le anime di Nathan sono comunque molteplici e ci sono anche soulful ballads, che si avvicinano al primo Lenny Kravitz. Bell’esempio è I Can’t Change it, lentone per chitarra e piano. Leggera e piacevolissima Right One, un brano che potrebbe stare bene nella scaletta di Diamonds on the Inside di Ben Harper, con quel giusto equilibrio tra soul e rock. Il resto dell’album vira più sul registro soft, con la conclusiva I’ll Get it Right che, con la lap steel, ha tinte quasi country. Il tutto è stato prodotto da John Macneil, dallo stesso Nathan Graham e da Stephen Shirk negli Shirk Studios di Chicago.

Le canzoni di Graham sono incentrate sulla condizione umana, parlano pentimento e di conforto, parlano di amore e di perdita. Forse niente di particolarmente nuovo, ma è quanto succede nelle vite di tutti noi, come una ruota infinita, sempre uguale ma ogni volta diversa. Un revival tra soul e rock, con influenze country e rhythm n’ blues, Nathan Graham si avvicina come voce e scrittura ad un’altra giovane promessa di origine ugandese, Michael Kiwanuka, senza però quel lato psichedelico e prog che contraddistingue il cantante inglese. Graham è americano e si sente, dritto al punto, grandi doti vocali, ma senza troppi fronzoli. Che alla fine è forse il modo migliore per far arrivare la musica, attraverso le orecchie, al cuore della gente. Buona la prima, ora attendiamo il seguito.


    


<Credits>