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Stephen Stanley Band
Before the Collapse Of the Hive
[Continental Song City 2023]

Sulla rete: stephenstanleyband.com

File Under: americana, canadian rock


di Giovanni Andreolli (21/12/2023)

Il nuovo disco di Stephen Stanley, cantautore canadese in circolazione da più di trent’anni ed ex membro, nonché leader, dei The Lowest of the Low, è finalmente uscito dopo ben sei anni dall’ultimo lavoro registrato in studio (Jimmy and the Moon, 2017). Sono stati lunghi tempi d’attesa a causa del solito motivo, ricorrerente negli ultimi anni nel settore musicale e non solo: il terrore pandemico.

La pandemia, infatti, ha bloccato Stanley e i suoi, rendendo il lavoro più frammentario e più complesso da realizzare. Inoltre, per registrare il nuovo disco, è stata scelta come destinazione Wolfe Island (splendida isola canadese), il che non è stata la situazione ottimale per tutti i membri del gruppo (Chris Bennett alla chitarra, Chris Rellinger al basso e Cam Pyziak alla batteria), al punto che una parte consistente del lavoro in studio è stata curata dai soli Stephen Stanley e Hugh Cristopher Brown, il produttore, che ha contribuito all’album anche suonando il piano, l'Hammond B3 e le tastiere.

Before the Collapse of the Hive
, ovvero “Prima del collasso/ distruzione/ disfacimento dell’alveare”, è, come si può intuire ampiamente dal titolo, un disco moralmente impegnato, che descrive una società in crisi prima del suo definitivo crollo, oltre che toccare in brevi e sentite parentesi il tema del lutto, a causa della morte di un amico del cantante. Le cause della crisi sono molteplici: i negazionisti climatici, le truffe religiose e le armi sono solo alcuni dei motivi, ma sono quelli che Stanley sente più vicini alla sua sensibilità, e, del resto, sono abbastanza comuni (tranne il problema delle armi, che tocca davvero quella parte di mondo e, soprattutto, gli Stati Uniti, come è arcinoto dai fatti di cronaca che sentiamo quasi ogni mese in merito).

Come genere si colloca tra il rock e l’Americana, ogni tanto accettando qualche influenza esterna, o qualche variazione del tema, come nel finale sfumato dal sassofono della conclusiva Holding Back Someday, oppure nel parlato-cantato (non oserei definirlo rap o hip hop) di Strawman Jan, con sfondo di archi e con ritornello cantato, inizialmente perché poi si unisce armoniosamente con quella maschile, da una dolce ed elegante voce femminile. Ma la sostanza è quella dell’Americana: gradevole, tradizionale, un poco più arrembante e rockettara a tratti (Hey Darlene). E va anche sottolineata la splendida voce di Stephen Stanley.

Before the Collapse of the Hive
è un buon lavoro, le tredici tracce scorrono via abbastanza piacevolmente (solo a tratti alcune di queste risultano ripetitive), e alla fine si ha l’impressione di avere ascoltato quasi un’ora di buona musica.


    


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