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Eric Devries
Song & Dance Man
[Mig music 2021]

Sulla rete: ericdevries.info

File Under: rootsy sounds


di Davide Albini (28/04/2022)

Autore e chitarrista olandese tra i più apprezzati sulla scena europea, un curriculum internazionale che lo ha portato a collaborare con diversi musicisti americani e inglesi (per esempio con Iain Matthews, nel progetto Matthews Southern Comfort), Eric Devries si propone in veste quasi totalemente acustica nel nuovo album Song & Dance Man. Dodici brani originali incisi dal vivo in studio con l’apporto di un ristretto manipolo di strumentisti, tra i quali spiccano il produttore Janos Koolen, il bassista Lucas Beukers e il violinista Joost van Es, mentre Sophie Janna (The Lasses) partecipa in qualità di seconda voce femminile, arricchendo la dolcezza di queste ballate.

American roots music nella sua forma più pura, con evidenti influenze bluegrass e folk, la proposta di Devries conferma una volta di più le qualità del movimento nord-europeo quando si tratta di interpretare questi linguaggi e di risultare credibili tanto quanto gli “originali” americani. Devries d’altronde dispone di mezzi tecnici per non scadere in una copia impersonale, sa giostrare la materia, che frequenta dalla fine degli anni Settanta (gli esordi in ambito più rock), avendo poi dato vita a numerosi progetti, paralleli alla sua carriera solista, come Songwriters United o gli Hidden Agenda Deluxe insieme al collega BJ Baartmans. Un’esperienza che si riversa nella costruzione certosina di questo album dalla natura intima, con liriche che si ispirano alla migliore tradizione dei songwriter americani, prestando attenzione ai duri colpi della vita, alla fragilità umana, alla lotta fra l’inseguire i propri sogni e il prezzo di scelte sbagliate.

Tutto questo si traduce nel sound rurale del disco, aperto dalla scopiettante chitarra in abiti rockabilly di Little White Lies, uno dei pochi brani dalla leggera spinta elettrica, e subito proiettato verso la campagna di Jericho Walls, con banjo e violino a spandere profumi country/ bluegrass. Cura delle parti vocali, intrecci acustici che ci riportano a un’altra Nashville dove migliaia di folksinger hanno cercato fortuna, Song & Dance Man distende il passo con il mandolino che conduce per mano la melodia del brano manifesto, Ballad of a Song & Dance Man, mentre Time is All è un gioiellino che si colora di tramonti sudisti e movenze hillbilly (le stesse che ritorneranno in Another Round). In Matters of Love riemerge una timida chitarra elettrica, ma il cuore del brano resta pacifico e “unplugged”, buon esempio di ballata Americana, come oggi si definirebbe, che assume toni più romantici in All I Know How to Do, con tanto di arrangiamento per archi e una bella interpretazione vocale di Devries (timbrica accogliente la sua, senza picchi ma adatta come un guanto al repertorio).

Tra gli episodi che ancora si distinguono, in un album certamente omogeneo per ambientazioni sonore, vanno ricordate la semplicità folk di Mary, due acustiche a dialogare e una voce, oltre all’elegante chiusura di Sunday Eve in Amsterdam, ballata con una melodia antica che si ammanta di un raffinato contributo del clarinetto e degli archi.


    


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